Il documento, fondato sul Dlgs 81/2008, non introduce nuovi obblighi normativi, ma consente alle parti sociali di negoziare intese attuative a livello settoriale, territoriale o aziendale. L’obiettivo è chiaro: tutelare la salute dei lavoratori senza compromettere la tenuta operativa delle imprese.
Tra i punti chiave, il Protocollo riconosce la possibilità di attivare la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) anche in assenza di ordinanze regionali, utilizzando un semplice accordo attuativo aziendale. I giorni di fermo non saranno conteggiati nei limiti massimi di CIGO e la misura si estende anche ai lavoratori stagionali. Per le aziende, questo significa accesso più rapido alla tutela, con minori rischi legali e sostenibilità economica salvaguardata.
In parallelo, si apre il confronto tra le associazioni datoriali – tra cui ANITA – e le rappresentanze sindacali per definire nuovi schemi di organizzazione del lavoro. Si punta su turni flessibili, anticipando o posticipando le fasce di attività per evitare l’esposizione nelle ore più calde. Viene inoltre incentivata la creazione di pause in aree climatizzate o ombreggiate e la riorganizzazione dei cicli di carico e scarico.
Alle aziende è richiesto anche un aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), includendo il microclima tra i fattori da monitorare. Sono raccomandati dispositivi di protezione individuale adatti alla stagione e spazi attrezzati nei piazzali per il ristoro dei lavoratori, con distribuzione di acqua e sali minerali.
Il Protocollo, se applicato a livello aziendale congiuntamente da imprese e sindacati, assume valore legale comparabile a un’ordinanza. Oltre a giustificare sospensioni o ritardi nelle attività, consente di accedere a premialità INAIL per la sicurezza sul lavoro, senza gravare sulla finanza pubblica.
In un’estate sempre più incerta e pericolosa, il settore dell’autotrasporto si dota dunque di uno strumento flessibile e condiviso, capace di coniugare sicurezza e continuità produttiva.