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Dal 2026 nuova spinta al costo del lavoro nel trasporto merci

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Il percorso pluriennale di adeguamento retributivo previsto dal rinnovo del Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni del 6 dicembre 2024 entra nella sua fase decisiva.

Da gennaio 2026 oltre 500 mila addetti del comparto – dagli autisti ai magazzinieri, fino agli impiegati amministrativi – riceveranno una nuova tranche di aumenti consolidati nei minimi tabellari. Un intervento strutturale che inciderà direttamente sui costi del lavoro per le imprese del trasporto drogowy w Europie, in un contesto già segnato da pressioni inflazionistiche, costi paliwa e continue esigenze di adeguamento competitivo della filiera logistica.

Il contratto collettivo nazionale firmato il 6 dicembre 2024 ha introdotto un pacchetto di incrementi salariali distribuiti su più anni, con l’obiettivo di riallineare il potere d’acquisto e aggiornare in modo progressivo le retribuzioni dell’intero settore.
Dopo la prima serie di adeguamenti applicata nel 2025, la seconda rata scatterà automaticamente a gennaio 2026 e interesserà tutte le figure professionali disciplinate dal Ccnl:

  • personale viaggiante (autisti di linea, addetti alla distribuzione urbana),
  • magazzinieri e operatori della movimentazione,
  • meccanici d’officina,
  • personale impiegatizio e amministrativo.

Gli aumenti saranno differenziati per livello di inquadramento e consolidati sui minimi tabellari, con impatto diretto e permanente sulle buste paga.

Impatto sulla filiera

Il meccanismo riguarda un bacino molto ampio: più di 500.000 lavoratori delle imprese di trasporto, logistica e spedizione. La progressione definita dal contratto segue la logica già attuata nel corso del 2025, quando il primo aggiornamento degli elementi economici aveva già incrementato le retribuzioni della maggior parte del personale operativo.

L’avvio degli aumenti nel 2026 rappresenta quindi il completamento di un intervento graduale, pensato per distribuire l’impatto economico su più annualità e allo stesso tempo per favorire la stabilità del settore.

Gli aumenti per il personale viaggiante

La seconda rata 2026 prevede i seguenti incrementi mensili sui minimi tabellari per il personale viaggiante:

Personale viaggiante – aumenti dal gennaio 2026

  • C3: +40,15 euro
  • B3: +40,00 euro
  • A3: +39,85 euro
  • F2: +38,95 euro
  • E2: +38,80 euro
  • D2: +38,65 euro
  • H1: +37,45 euro
  • G1: +37,30 euro
  • I: +33,09 euro / +34,89 euro
  • L: +33,09 euro / +34,89 € / +35,79 euro

Le cifre, pur differenziate per livello, seguono una logica di omogeneità rispetto agli aumenti già applicati nel 2025, confermando la volontà delle parti di distribuire l’incremento in modo coerente lungo l’intero arco professionale.

Gli aumenti per il personale non viaggiante

Incrementi più elevati, in termini assoluti, riguardano invece i profili non viaggianti, tra cui impiegati amministrativi e operatori logistici:

Personale non viaggiante – aumenti dal gennaio 2026

  • Q: +51,21 euro
  • 1: +48,18 euro
  • 2: +44,24 euro
  • 3s: +40,00 euro
  • 3: +38,79 euro
  • 4: +36,97 euro
  • 4j: +36,06 euro
  • 5: +35,15 euro
  • 6: +33,03 euro

Questi valori testimoniano una dinamica retributiva più marcata nelle fasce impiegatizie e di responsabilità intermedia, coerente con la crescente complessità delle attività amministrative e di gestione della supply chain.

Gennaio 2026: cosa cambia per lavoratori e aziende

Per molti dipendenti, la busta paga di gennaio 2026 rifletterà inoltre l’effetto della tredicesima 2025, che fungerà da base di riferimento per il passaggio al nuovo sistema retributivo.
Questo significa che le imprese dovranno prepararsi non solo a un incremento strutturale dei minimi, ma anche a una possibile variazione delle componenti accessorie legate al calcolo delle mensilità aggiuntive.

Dal punto di vista aziendale, l’intervento avrà inevitabili ripercussioni sui costi operativi, già influenzati da:

  • volatilità dei costi paliwa,
  • investimenti in digitalizzazione e sostenibilità,
  • pressioni concorrenziali nel trasporto,
  • nuove normative sociali e ambientali.

Per i lavoratori, il beneficio atteso è un riallineamento del potere d’acquisto e un miglioramento della stabilità salariale, in un mercato del lavoro caratterizzato da carenza di autisti e forte rotazione del personale.

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