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Dieci trasportatori falliscono ogni giorno: la crisi d’insolvenza si aggrava in Francia

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Il settore del trasporto su strada in Francia sta vivendo il suo periodo peggiore dal 2020, con dieci aziende di trasporti che falliscono ogni giorno lavorativo, secondo i nuovi dati rilasciati dall'Unione TLF, la federazione francese dei trasporti e della logistica.

Il testo che stai leggendo è stato tradotto utilizzando uno strumento automatico, che potrebbe portare a delle imprecisioni. Grazie per la comprensione.

La rivista del settore L’Officiel des transporteurs riporta 645 insolvenze aziendali solo nel secondo trimestre del 2025: un’inversione drastica rispetto al tipico pattern di ripresa primaverile. I dati rappresentano un aumento dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, con un aumento del 55% delle insolvenze negli ultimi due anni.

La crisi va oltre le semplici chiusure aziendali. La fiducia nel settore del trasporto su strada è precipitata a 97,2 punti ad agosto, ben al di sotto delle medie a lungo termine, con il 47% dei direttori aziendali che cita una domanda insufficiente: una proporzione eccezionalmente alta che segnala profondi problemi strutturali.

L’occupazione nel settore è diminuita dell’1,1% negli ultimi due anni, lasciando solo 425.800 lavoratori alla fine di marzo 2025. Nel frattempo, 632 aziende di trasporto merci sono entrate in procedure collettive solo nel primo trimestre.

Il flusso di cassa rimane criticamente debole in tutto il settore, con posizioni di tesoreria significativamente al di sotto delle medie storiche. Questa fragilità finanziaria aggrava le sfide operative e limita la capacità delle aziende di investire in nuove attrezzature o di espandere i servizi.

I trasportatori francesi strangolati dai margini più bassi in Europa

I trasportatori francesi operano con margini di profitto settoriali del solo 2-3%, tra i più bassi dell’economia francese e significativamente al di sotto dei concorrenti europei. Questa compressione dei margini è attribuita a quello che l’Unione TLF descrive come un ambiente fiscale e normativo punitivo che mina la competitività degli operatori francesi.

L’impatto si estende oltre i confini della Francia, poiché la crisi influisce sulle catene di approvvigionamento internazionali e sulle reti logistiche europee. Ritardi nelle consegne, aumenti dei prezzi e potenziali interruzioni dell’approvvigionamento stanno diventando più frequenti mentre gli operatori lottano per mantenere i livelli di servizio.

Il Presidente dell’Unione TLF, Jean-Thomas Schmitt, ha sottolineato che le aziende costituiscono “la pietra angolare della nostra economia” e ha avvertito che la competitività “deve essere la priorità assoluta delle prossime settimane.”

L’Unione TLF preme per sollievi fiscali e chiarezza normativa

La federazione dei trasporti chiede un’azione immediata del governo in tre aree chiave:

  • Riforma normativa: stabilire politiche ambientali stabili a lungo termine con obiettivi chiari e raggiungibili che consentano alle aziende di pianificare efficacemente gli investimenti.
  • Sollievo fiscale: riduzione del carico impositivo su un settore che già opera con margini minimi, specialmente poiché gli operatori affrontano pressioni per investire in tecnologie più pulite.
  • Sostegno agli investimenti: creare condizioni che permettano alle aziende di modernizzare le flotte, reclutare conducenti e mantenere le infrastrutture essenziali.

Dall’Italia all’Ungheria: l’onda di insolvenza colpisce le strade europee

La Francia non è sola ad affrontare questo crollo del settore dei trasporti. La confinante Belgio ha registrato 724 fallimenti nel suo settore dei trasporti e dell’immagazzinamento durante il 2024: un incremento del 11,7% rispetto al precedente anno record del 2023. Fallimenti di alto profilo recenti includono Eurosped Belgium, dichiarata fallita per la seconda volta in tre anni, e cinque aziende sotto il Gruppo De Wolf, che impiegano circa 100 lavoratori.

La Polonia‘s settore del trasporto su strada sta vivendo quella che i rappresentanti del settore descrivono come la sua “crisi più profonda negli ultimi 25 anni.” Il paese affronta una carenza di 150.000 autisti di camion mentre si confronta con quella che gli operatori definiscono una concorrenza sleale da parte dei trasportatori ucraini, i cui viaggi annuali di camion sono passati da 200.000 a circa un milione dall’inizio della guerra.

L’Ungheria presenta un altro caso di studio preoccupante. Secondo un’analisi fresca di DigiLog Consulting, il settore del trasporto su strada ungherese è non redditizio dal terzo trimestre del 2023. Il numero di aziende di trasporti è diminuito di circa il 2% nel secondo trimestre del 2025, con quasi il 9,1-10,5% delle aziende scomparse dal mercato dall’inizio del ribasso nel 2022. Un terzo degli operatori ungheresi ora funziona in perdita, mentre quelli rimasti redditizi realizzano solo margini a una cifra.

Secondo l’ultimo aggiornamento di mercato di DSV, il quadro europeo generale resta impegnativo, con l’indice dei responsabili degli acquisti della zona euro per la produzione a 49,8 punti a luglio – indicando ancora declino. La capacità di trasporto è diminuita mentre i costi operativi continuano ad aumentare, con i costi di manutenzione dei camion in aumento del 2,3% e i salari nel settore dei trasporti in aumento del 4,5% nel primo trimestre del 2025.

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