Il governo spagnolo intende modificare la normativa vigente per estendere il divieto di fumo a tutti i veicoli aziendali. Questo implicherebbe che gli autisti professionisti non potrebbero più fumare nemmeno quando viaggiano da soli nei loro mezzi. Per Fenadismer si tratta di una misura “totalmente sproporzionata e discriminatoria”.
«Nel trasporto stradale delle merci, i conducenti operano da soli, senza passeggeri a bordo, quindi senza esporre nessuno al fumo passivo», ricorda l’associazione.
Senza passeggeri, ma con il divieto: dove sono logica e proporzione?
Lo scopo principale delle normative antifumo è proteggere i non fumatori dall’esposizione al fumo passivo. Tuttavia, come sottolinea Fenadismer, nelle cabine dei camion non c’è nessun altro oltre al conducente. Dunque, è difficile giustificare il provvedimento come una misura di tutela per terzi.
«Il divieto proposto dal Ministero della Salute, finalizzato a tutelare altri individui, appare privo di fondamento nel caso dei conducenti professionisti, che trascorrono ore da soli al volante», si legge nel comunicato.
Stress, pressione e sicurezza alla guida
Sebbene pensata per tutelare la salute, la nuova norma rischia di compromettere la sicurezza stradale. Secondo Fenadismer, per molti camionisti fumare durante la guida è un modo per gestire lo stress e la monotonia dei lunghi tragitti. Le normative consentono di guidare fino a 4,5 ore consecutive senza sosta – un intervallo durante il quale il divieto potrebbe aumentare tensione, ansia e calo dell’attenzione.
«Impedire ai conducenti fumatori di esercitare liberamente questa abitudine potrebbe provocare situazioni di maggiore stress e nervosismo, compromettendo la capacità di guida», argomenta l’associazione.
Privati sì, professionisti no: un’ingiustizia normativa?
Fenadismer evidenzia infine un punto cruciale: la disparità di trattamento. Il divieto riguarderebbe esclusivamente i veicoli aziendali – come i camion – mentre i conducenti privati potrebbero continuare a fumare nei propri mezzi, anche in presenza di passeggeri. Per l’associazione, si tratta di una palese ingiustizia normativa.
«È una misura discriminatoria, perché non prevede lo stesso divieto per i conducenti privati, che possono continuare a fumare anche trasportando altre persone», osserva Fenadismer.
L’associazione ribadisce il proprio sostegno agli obiettivi di salute pubblica, ma chiede che le misure siano proporzionate, ragionevoli e adeguate alle specificità delle categorie professionali. Altrimenti, anziché tutelare la salute, potrebbero trasformarsi in nuovi rischi per la collettività.