La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani (LAAIS) denuncia la mancanza di consultazione con gli operatori e avverte che la misura potrebbe rallentare il flusso delle merci, con ripercussioni sul trasporto stradale in Italia e sull’intera filiera logistica.
In vigore il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti superiori alle 12 tonnellate lungo un segmento pianeggiante dell’A1, privo di gallerie e tratti particolarmente critici, come sottolinea la LAAIS. L’associazione, attraverso la sua presidente Tania Andreoli, critica la decisione delle autorità nazionali, accusandole di aver recepito «passivamente» indicazioni europee senza consultare gli operatori del trasporto merci su gomma.
Secondo Andreoli, il settore è già gravato da infrastrutture inadeguate e da restrizioni che incidono sul costo e sui tempi del trasporto stradale in Italia: «Si dimentica che l’85% delle merci nel Paese viaggia su gomma – afferma – e che scelte di questo tipo richiederebbero una valutazione condivisa con chi garantisce la continuità della supply chain».
Rallentamenti e conseguenze sulla logistica nazionale
L’associazione contesta anche la logica tecnica del provvedimento. Applicare il divieto su un tratto considerato scorrevole potrebbe generare, secondo la LAAIS, un rallentamento generale del traffico pesante, con potenziali effetti a catena sui tempi di consegna e sulle prestazioni delle aziende di autotrasporto.
«Rallentare la marcia dei camion significa inserirsi direttamente nei tempi e nei costi della distribuzione – sottolinea Andreoli – arrecando disagio non solo agli autotrasportatori, ma all’intera economia nazionale». In un contesto già segnato da cantieri, tratte congestionate e criticità infrastrutturali, la misura rischia quindi di aumentare le inefficienze nella catena logistica.
Il “sorpassometro”: tra controlli elettronici e dubbi procedurali
Un altro elemento oggetto di contestazione è il sistema elettronico di rilevamento dei sorpassi vietati, noto come “sorpassometro”. Il dispositivo, basato su sensori stradali e telecamere ad alta definizione, è stato previsto da due decreti dirigenziali del Ministero delle Infrastrutture (2011 e 2023) e affidato prima a una società per azioni poi fallita nel 2017, e successivamente dal 2024 a una Srl.
Secondo la LAAIS, le modalità di affidamento e gestione del sistema sollevano dubbi procedurali e mancano di trasparenza. L’associazione sostiene che le decisioni relative al sistema di controllo sarebbero state prese senza un’adeguata valutazione dell’impatto operativo sulle flotte e sui conducenti.
Il vicepresidente della LAAIS, Giuseppe Neri, esprime il disagio crescente della categoria: «Durante la pandemia eravamo definiti eroi. Oggi non veniamo più considerati». Neri teme che il divieto possa estendersi ad altre tratte autostradali, con «conseguenze disastrose» per la competitività del trasporto merci su gomma, già colpito da «infrastrutture inesistenti, cantieri interminabili, squilibri contrattuali e rapporti tesi con la committenza».
La LAAIS annuncia la partecipazione a una prossima audizione parlamentare dedicata al tema. L’obiettivo è presentare ai decisori politici le motivazioni tecniche ed economiche che, secondo l’associazione, rendono la misura non solo inefficace in termini di sicurezza stradale, ma anche dannosa per il settore.



