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Dove in Italia vengono rubati più spesso i camion? I nuovi dati rivelano un fenomeno in forte crescita

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Autisti e trasportatori che operano sulle principali rotte italiane lanciano l’allarme: il 2025 registra un aumento significativo dei furti e delle aggressioni ai mezzi pesanti. Le associazioni di categoria parlano apertamente di una situazione di emergenza, mentre i dati più recenti di Trasportounito e della compagnia assicurativa TT Club mettono in luce le aree più esposte e le gravi carenze nelle infrastrutture di sicurezza.

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Secondo gli operatori, gli attacchi risultano sempre più organizzati, violenti e mirati a merci specifiche. L’Italia torna così tra i Paesi europei maggiormente colpiti dal crimine nel settore dei trasporti.

Lombardia e Milano: l’epicentro dei furti

Trasportounito segnala che la zona più pericolosa nel 2025 è l’area di Milano, in particolare il nodo autostradale che interessa A1, A4, A50 e A64. Qui si concentra una parte importante della logistica nazionale, attirando gruppi criminali ben strutturati.

Gli episodi più gravi includono il blocco delle corsie, l’uso di veicoli rubati, la dispersione di chiodi per ostacolare l’arrivo delle forze dell’ordine e lo svuotamento rapido dei container o dei serbatoi di carburante. Le operazioni sono pianificate in modo accurato e si consumano nel giro di pochi minuti.

Rischio elevato anche in Centro e Sud Italia

Sebbene Milano resti l’area più colpita, Trasportounito indica come altamente rischiose anche altre regioni: Puglia, Lazio, Campania e Lombardia stessa, oltre alle zone attorno a Valmontone, Orvieto, Valdarno, Incisa e Bologna.

In questi territori, il 2025 ha registrato un sensibile aumento dei reati, in particolare durante le soste, nelle aree industriali e nei punti in cui i servizi di vigilanza sono scarsi o del tutto assenti.

Controlli in calo e pattuglie quasi assenti

Per l’associazione, la causa principale dell’escalation è la drastica diminuzione della presenza delle forze dell’ordine sulle strade e nei parcheggi. Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, denuncia che in molte zone la presenza di pattuglie è divenuta «quasi inesistente».

Ed è proprio in questi contesti che aumentano gli episodi di svuotamento dei container, furti di carburante, aggressioni agli autisti e rapine durante le soste obbligatorie. Quasi un terzo dei furti avviene infatti durante le pause, soprattutto dove mancano sistemi di sorveglianza e un’adeguata illuminazione.

Un parcheggio sicuro ogni 289 camion

TT Club evidenzia un ulteriore elemento critico. In Italia — come in gran parte d’Europa — scarseggiano parcheggi certificati e sorvegliati. I numeri sono allarmanti: esiste un solo parcheggio conforme allo standard TAPA ogni 289 camion.

Questa carenza obbliga gli autisti a sostare lungo la rete stradale, vicino a magazzini non sorvegliati o in aree pubbliche prive di illuminazione, creando condizioni favorevoli per le bande specializzate in furti di rimorchi, carburante e aggressioni.

L’appello dei trasportatori: «Servono interventi immediati»

Di fronte alla crescita degli attacchi, Trasportounito ha richiesto un incontro urgente al Ministero dell’Interno. Tra le misure sollecitate:

  • rafforzamento dei controlli di polizia;
  • implementazione di sistemi di monitoraggio tecnologico sulle rotte più critiche;
  • istituzione di una squadra di sicurezza permanente;
  • interventi rapidi contro i gruppi criminali organizzati.

Secondo il sindacato, la situazione attuale richiede azioni «immediate e concrete» per arrestare una spirale di violenze e furti che sta mettendo a rischio l’intero settore dei trasporti.

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