Lubiana ha infatti confermato che manterrà i controlli temporanei ai confini con Croazia e Ungheria fino al 21 giugno 2026, giustificando la decisione con il persistente livello di minaccia alla sicurezza in Europa e la crescente pressione lungo le rotte migratorie balcaniche. Una scelta destinata ad avere ripercussioni anche sul traffico merci nella regione, sebbene le autorità assicurino che saranno adottate misure per limitare le interruzioni. I dettagli sono stati pubblicati dal Ministero dell’Interno sloveno, che fa riferimento all’articolo 25a del Codice Frontiere Schengen.
Perché la decisione è stata prorogata?
Secondo il governo sloveno, l’UE continua a essere circondata da instabilità e conflitti, mentre il rischio di terrorismo rimane elevato. Dall’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, gli Stati membri e i Paesi candidati hanno affrontato fenomeni di destabilizzazione e varie forme di minacce ibride. A questo si aggiungono le tensioni in Medio Oriente e il pericolo del traffico illecito di armi, che potrebbero finire utilizzate in attentati o attività criminali organizzate.
Lubiana richiama inoltre l’attenzione sulle attività delle reti criminali che gestiscono i flussi migratori lungo la rotta dei Balcani Occidentali, comprese le “partenze non autorizzate dai centri di accoglienza”, considerate un fattore di rischio particolarmente rilevante.
Controlli prorogati fino a giugno 2026
La Slovenia manterrà quindi i controlli ai confini con Croazia e Ungheria dal 22 dicembre 2025 al 21 giugno 2026. Nella comunicazione ufficiale, la misura viene definita “necessaria e proporzionata rispetto al livello attuale della minaccia”.
Il governo ritiene improbabile un miglioramento della situazione della sicurezza nei prossimi mesi. Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalle Olimpiadi invernali di Milano–Cortina 2026, in programma a febbraio, che richiedono un rafforzamento delle misure preventive in tutta l’area.
“Controlli mirati ma non paralizzanti”
Il mandato per la polizia slovena è chiaro: effettuare controlli mirati, concentrati in particolare sul contrasto al terrorismo, all’estremismo e alla criminalità transfrontaliera. Allo stesso tempo, il governo sottolinea che tali attività non dovranno incidere in modo significativo sul flusso delle merci né sulla vita quotidiana dei residenti nelle zone di frontiera.
Le autorità intendono infatti applicare il principio di proporzionalità, garantendo che i controlli non ostacolino i viaggi, la cooperazione economica o l’ambiente, pur mantenendo un adeguato livello di sicurezza.









