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Manovra 2026: accise, crediti d’imposta e incentivi sotto i riflettori del settore trasporti

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Le associazioni Confetra e Conftrasporto lanciano l’allarme su alcune misure del Disegno di Legge di Bilancio 2026 che rischiano di compromettere la competitività del settore dell’autotrasporto. Tra i punti critici: il divieto di compensazione dei crediti, la rimodulazione delle accise e l’insufficiente sostegno a intermodalità e decarbonizzazione.

Durante l’audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, Confetra e Conftrasporto hanno espresso preoccupazione per alcune disposizioni contenute nella Manovra 2026. In particolare, le due confederazioni contestano l’articolo 26 del DDL, che introduce il divieto di compensazione dei crediti d’imposta con i versamenti previdenziali e assicurativi.

Questa misura colpirebbe duramente le imprese dell’autotrasporto merci, che tradizionalmente utilizzano i rimborsi parziali delle accise per garantire la regolarità del DURC. Secondo le associazioni, la norma «rischia di paralizzare l’operatività dell’intero settore».

Detassazione e accise: richieste di revisione

Conftrasporto-Confcommercio chiede inoltre che all’articolo 4 del DDL sia esteso il beneficio della detassazione anche al contratto collettivo del trasporto e logistica del 2024. Questa misura permetterebbe di valorizzare la contrattazione tra associazioni rappresentative e contrastare il dumping contrattuale.

Più critica la posizione sull’articolo 30, che anticipa al 2026 il riallineamento delle accise su gasolio e benzina (originariamente previsto entro il 2029). Conftrasporto sottolinea come ciò comporterebbe «un onere immediato per la mobilità» con un extra gettito per lo Stato superiore a 550 milioni di euro nel solo 2026, ma un aggravio economico per i veicoli aziendali alimentati a gasolio, ancora prevalenti nella flotta nazionale.

Investimenti e incentivi: luci e ombre

Le due organizzazioni accolgono positivamente l’articolo 95, che rifinanzia il credito d’imposta per investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) e nelle Zone Logistiche Semplificate. Tuttavia, si chiede un coordinamento efficace con l’art. 26 per evitare contraddizioni nelle politiche di incentivo.

Conftrasporto elenca anche ulteriori priorità per sostenere la filiera logistica:

  • Aumento delle risorse destinate al Ferrobonus, fondamentale per il trasporto merci su ferrovia, già in difficoltà per la carenza di fondi e cantieri in corso.
  • Incremento del supporto al trasporto intermodale strada-mare.
  • Contrarietà ai tagli al bilancio del MIT, che metterebbero a rischio il sostegno pubblico al settore.
  • Maggiore dotazione per il fondo di rinnovo dei veicoli pesanti, promuovendo carburanti alternativi (HVO, GNL, bio-GNL) secondo il principio di neutralità tecnologica.
  • Destinazione di parte dei proventi delle aste ETS2 (Sistema Europeo di Scambio delle Quote di Emissione), operative dal 2026 e a regime dal 2027, a favore della transizione ecologica.

Logistica e fiscalità: le richieste di Confetra

Confetra propone di rendere strutturale l’IRES premiale per le imprese virtuose, misura che aumenterebbe la prevedibilità degli investimenti e rafforzerebbe la patrimonializzazione del settore. Chiede inoltre l’esclusione delle attività di logistica e spedizione dalla regolamentazione e contribuzione di ART e Agcom.

Infine, ribadisce la sua opposizione al divieto di compensazione dei crediti d’imposta, ritenendolo dannoso soprattutto per l’autotrasporto, poiché colpisce direttamente il sistema dei rimborsi carburante.

La Manovra 2026 presenta alcuni segnali positivi, ma secondo Confetra e Conftrasporto contiene disposizioni che potrebbero compromettere la competitività e la stabilità del settore trasporti. Le due associazioni sollecitano il Governo e il Parlamento a rivedere tali misure, tenendo conto dell’impatto economico e operativo su una filiera strategica per il Paese e per la logistica europea.

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