Secondo la federazione, le segnalazioni sono aumentate sensibilmente. Diverse aziende che applicano l’Articolo 6-bis del D.Lgs. 286/2005 si sono sentite dire che rischiano di perdere commesse future, mentre altre vengono sollecitate a firmare rinunce o clausole che la legge considera nulle.
FIAP ricorda che tali comportamenti possono addirittura configurare abuso di dipendenza economica, violazione contemplata dal diritto della concorrenza. Al di là dell’aspetto giuridico, la federazione avverte che il mancato riconoscimento dell’indennità crea condizioni operative rischiose, spingendo gli autisti verso tempi di attesa lunghi e imprevedibili.
FIAP coinvolge l’Autorità garante della concorrenza
Di fronte alle segnalazioni provenienti dal mercato, FIAP ha presentato un esposto formale all’AGCM chiedendo di verificare se alcuni committenti stiano ostacolando l’applicazione della legge. Parallelamente, la federazione ha iniziato a inviare diffide ufficiali ai clienti menzionati nei rapporti ricevuti, ribadendo che l’Articolo 6-bis è imperativo e non può essere derogato.
“La legge non è negoziabile. La dignità del settore non è negoziabile”, ha dichiarato Alessandro Peron, Segretario Generale FIAP.
Per monitorare la situazione in modo sistematico, FIAP ha istituito un Osservatorio permanente dedicato alla corretta applicazione dell’articolo, che raccoglierà evidenze su ritardi, pressioni, prassi sleali nei siti di carico e scarico, e invierà report periodici a MIT, AGCM, Prefetture e altre istituzioni.
I trasportatori possono inviare informazioni all’indirizzo: segreteria@fiapautotrasporti.it.
Un chiarimento ministeriale ancora contestato dal mercato
Il 4 novembre, il MIT ha pubblicato una circolare che ha definitivamente fugato ogni dubbio interpretativo:
- l’indennità è dovuta anche per attese inferiori a un’ora;
- la franchigia di 90 minuti riguarda esclusivamente l’attesa;
- nessun accordo privato può derogare alla norma;
- caricatori e committenti sono solidalmente responsabili del pagamento.
Nonostante ciò, il più recente intervento di FIAP mostra che la conformità è tutt’altro che omogenea e che una parte della filiera sembra resistere all’applicazione della legge.









