L’ispezione, condotta lo scorso settembre, ha riguardato il parcheggio recintato di Ancotrans A/S in Glarmestervej, a Erritsø. Gli agenti hanno monitorato l’area per tutto il fine settimana — dal 6 al 9 settembre — accertando che numerosi conducenti stranieri trascorrevano il riposo lungo a bordo del camion, in contrasto con le norme europee.
Secondo l’accusa presentata al tribunale di Kolding, la società — uno dei principali operatori del trasporto container in Danimarca — era consapevole del fatto che diversi autisti non lasciassero i veicoli durante il riposo settimanale, pur essendo obbligata a vigilare sul rispetto delle regole.
Dalla difesa al dietrofront: sanzione da 400.000 corone
In un primo momento l’azienda aveva respinto le accuse, e il tribunale aveva programmato sei giorni di udienze con conducenti e subappaltatori. Successivamente, Ancotrans ha cambiato posizione, accettando di pagare una multa di 400.000 corone danesi (circa 54.000 euro).
«Ci scusiamo e prendiamo atto della gravità della situazione. L’area di parcheggio era destinata unicamente alla sosta dei veicoli, a brevi pause e all’accesso ai servizi igienici», ha dichiarato il direttore operativo Mogens Røigaard al quotidiano Fredericia Dagbladet.
Nuove misure di controllo
A seguito delle verifiche, Ancotrans introdurrà ulteriori regole interne. Il servizio di sicurezza sarà incaricato di garantire che la domenica l’area di parcheggio rimanga libera da conducenti per evitare nuovi riposi settimanali irregolari.
Røigaard ha aggiunto che l’azienda dispone di accordi contrattuali con i subappaltatori che impongono il rispetto della normativa, ma non sempre ha la possibilità di impartire loro istruzioni dirette. «Siamo venuti a sapere con rammarico che alcuni hanno utilizzato la nostra area in modo non conforme agli accordi», ha affermato.
Quasi un milione di corone in sanzioni
L’operazione condotta da Tungvogncenter Syd ha portato a multe complessive pari a 960.000 corone — rivolte sia ai conducenti sia ai loro datori di lavoro.
La procuratrice speciale Pernille Moesborg ha sottolineato che i casi di collusione aziendale nelle violazioni dei tempi di riposo sono rari, e che questa indagine rappresenta un’applicazione particolarmente rigorosa della normativa.
Reazioni sindacali: “Responsabilità lungo tutta la catena”
Per il sindacato 3F Transport, la decisione costituisce un precedente importante.
«È significativo che le autorità abbiano fatto valere il principio di responsabilità per collusione. Tutti gli attori della catena del trasporto devono rispondere di violazioni sistematiche della legge», ha dichiarato il presidente Flemming Overgaard a Fredericia Dagbladet.
Il sindacato ricorda che le norme sui tempi di lavoro e di riposo tutelano le condizioni dei conducenti e impediscono forme di sfruttamento, in particolare nei confronti dei lavoratori stranieri.
Un segnale per il settore europeo
Sebbene il caso riguardi specificamente la Danimarca, la questione del riposo settimanale trascorso in cabina rimane diffusa in diversi Paesi dell’UE.
L’episodio di Erritsø dimostra tuttavia che le autorità possono perseguire non solo i conducenti, ma anche le aziende che creano o tollerano condizioni che favoriscono la violazione delle norme. Per l’industria del trasporto europeo potrebbe trattarsi di un segnale forte in vista di controlli più severi.









