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Il nuovo Codice Doganale UE cambia le regole del gioco per la logistica e l’e-commerce

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Con l'approvazione del mandato negoziale da parte del Consiglio dell’UE, prende forma una delle riforme più significative per il settore doganale europeo. Il nuovo Codice Doganale mira a semplificare le procedure, promuovere la digitalizzazione e rafforzare il controllo sul commercio elettronico, rivoluzionando il panorama logistico europeo.

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Nel giugno 2025, l’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo verso l’adozione di un nuovo Codice Doganale Europeo. L’iniziativa rappresenta una risposta diretta alla crescita esponenziale del commercio elettronico e all’aumento del numero di dichiarazioni doganali. Solo nel 2024, sono stati importati oltre 4,6 miliardi di pacchi nell’UE, rendendo indispensabile una riforma profonda delle normative in vigore.

Obiettivo: semplificazione e digitalizzazione

Il nuovo Codice introduce procedure doganali semplificate e digitalizzate, che dovrebbero rendere più efficiente l’intero processo di importazione e esportazione. Al centro della riforma vi è la creazione di una piattaforma unica europea per la gestione dei dati doganali, che sostituirà i sistemi IT nazionali. Questo centro dati consentirà alle aziende di trasmettere informazioni relative ai prodotti e alla catena di fornitura in un unico punto, indipendentemente dal numero di Stati membri coinvolti nelle operazioni.

Secondo le stime della Commissione Europea, questa soluzione potrebbe far risparmiare fino a 2 miliardi di euro all’anno agli Stati membri e aumentare l’efficacia nella gestione del rischio doganale.

Nasce l’Agenzia Doganale Europea

Tra le novità principali figura la creazione della European Customs Authority (EUCA) – un organismo sovranazionale che sovrintenderà alla supervisione e alla standardizzazione dei controlli doganali. Il suo compito sarà quello di centralizzare i processi, migliorare la trasparenza e ridurre la burocrazia per gli operatori logistici, spedizionieri e importatori.

Commercio elettronico sotto controllo

Una delle misure più discusse è l’introduzione di una tassa di gestione per le spedizioni e-commerce, volta a contrastare la concorrenza sleale e rafforzare i controlli sulle merci provenienti da Paesi extra UE. A differenza delle agevolazioni precedenti, le piattaforme e i venditori online saranno direttamente responsabili del rispetto delle normative doganali europee.

L’obiettivo non è solo fiscale, ma anche regolamentare, assicurando che tutti i soggetti operino secondo regole comuni e trasparenti.

Supporto alle PMI e nuovi status doganali

Le piccole e medie imprese potranno continuare a beneficiare di procedure semplificate attraverso rappresentanti doganali. Inoltre, le aziende già in possesso dello status AEO-C (Operatore Economico Autorizzato – Doganale) manterranno i propri vantaggi.

Viene introdotta una nuova qualifica: il Trust & Check Trader, che permetterà agli operatori logistici qualificati di sdoganare le merci in autonomia, a condizione di essere integrati con il centro dati europeo e di trasmettere i dati in tempo reale.

Modifiche strutturali e maggiore chiarezza

Il nuovo Codice stabilisce una netta distinzione tra esportazione e riesportazione, facilitando le operazioni quotidiane delle imprese. Inoltre, l’UE ha deciso di mantenere il periodo di deposito temporaneo di 90 giorni, respingendo una proposta iniziale della Commissione che prevedeva un limite di soli 3 giorni – una misura fortemente contestata dal settore logistico.

Benefici per imprese, consumatori e Stati membri

Le nuove regole sono pensate per offrire vantaggi a tutti gli attori della catena logistica: meno burocrazia per le imprese, regole più chiare, tempi di sdoganamento ridotti e maggiore protezione per i consumatori contro pratiche scorrette e prodotti pericolosi.

Nel contempo, gli Stati membri potranno contare su entrate doganali più elevate e strumenti migliori per combattere le frodi.

Prossimi passi: il trilogo

L’accordo tra gli Stati membri rappresenta una base per le prossime negoziazioni tra Consiglio, Parlamento e Commissione Europea, che definiranno la versione finale del regolamento. L’obiettivo è concludere i lavori entro la fine del 2025, permettendo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni nei mesi successivi.

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