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Modifiche legislative sul trasporto di animali vivi: cosa cambia per gli operatori italiani

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La recente riforma del quadro normativo italiano introduce importanti cambiamenti per chi si occupa di trasporto di animali vivi su strada. L'intervento legislativo tocca aspetti tecnici e operativi che interessano direttamente il settore dell'autotrasporto e dell'allevamento.

La novità principale riguarda la possibilità di utilizzare rimorchi tradizionalmente destinati al carico merci anche per trasportare animali vivi. Questa opzione, però, non è automatica: è necessario che i veicoli siano equipaggiati con allestimenti permanenti adeguati e che ottengano l’approvazione delle autorità veterinarie locali.

Dal punto di vista pratico, gli operatori devono assicurarsi che i mezzi rispettino i parametri dimensionali e di peso stabiliti dalla normativa stradale vigente. L’autorizzazione veterinaria deve essere conforme ai requisiti del regolamento comunitario 1/2005 e alle disposizioni dell’accordo internazionale siglato nel marzo 2008.

Per le aziende di trasporto, questa modifica rappresenta un’opportunità concreta: invece di dover acquistare veicoli specializzati, possono adattare parte della flotta esistente, con evidenti benefici in termini di investimenti e gestione operativa.

Il dibattito a livello comunitario

Mentre l’Italia aggiorna la propria legislazione nazionale, a Bruxelles è in corso una discussione più ampia sul futuro del trasporto animale nell’Unione Europea. Alla fine del 2023, la Commissione ha avanzato una proposta per rinnovare completamente la regolamentazione attualmente in vigore dal 2005.

Tuttavia, l’iter legislativo si è arenato: sia il Parlamento Europeo che il Consiglio dell’UE non hanno ancora trovato un accordo sulle modalità con cui procedere nei negoziati. Questa situazione di stallo riflette le profonde divisioni tra gli Stati membri sulla portata e l’intensità delle nuove regole.

La posizione italiana e le preoccupazioni degli Stati membri

Durante una riunione ministeriale tenutasi nella tarda primavera del 2025, Roma ha espresso – insieme ad altri governi europei – serie riserve sulla proposta della Commissione. Le principali critiche riguardano l’impatto economico delle misure previste e le difficoltà pratiche nella loro applicazione quotidiana.

La delegazione italiana ha sottolineato la necessità di trovare soluzioni normative che non penalizzino eccessivamente le imprese agricole e di trasporto, settori già sotto pressione per molteplici fattori economici. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare le condizioni degli animali durante il trasporto senza compromettere la competitività delle aziende europee.

Prospettive future

L’aggiornamento del Codice della Strada italiano offre intanto una soluzione immediata per gli operatori nazionali, permettendo una gestione più efficiente delle risorse aziendali. Per quanto riguarda il livello europeo, sarà necessario attendere ulteriori sviluppi politici prima di vedere emergere un nuovo quadro normativo condiviso.

La sfida principale rimane quella di conciliare esigenze spesso contrapposte: da un lato l’imperativo etico di garantire condizioni dignitose agli animali trasportati, dall’altro la necessità di preservare la sostenibilità economica di un settore che coinvolge migliaia di imprese e lavoratori in tutta Europa.

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