Secondo le ultime proposte della Commissione Europea, gli obblighi previsti dall’EUDR dovrebbero coprire le grandi e medie imprese dal 30 dicembre 2025, mentre micro e piccole aziende dal 30 giugno 2026. È previsto un periodo di transizione di sei mesi per le entità più grandi, durante il quale le sanzioni non verranno applicate, ma sarà richiesta l’effettiva implementazione dei principi di due diligence.
Ciò significa che c’è molto meno tempo per la preparazione di quanto originariamente previsto. Le aziende saranno inoltre tenute a implementare procedure di due diligence, che includono la raccolta e la rendicontazione di dettagliati dati sull’origine dei beni, inclusi le coordinate geografiche dei siti di produzione, le date di produzione delle materie prime e le informazioni sui fornitori. Questi dati verranno inseriti nel sistema elettronico UE EUDR, che consentirà di presentare dichiarazioni di conformità anche prima che i beni siano immessi nel mercato UE.
Per gli imprenditori, ciò significa la necessità di digitalizzare la documentazione commerciale, identificare con precisione i fornitori e verificare la loro conformità ai requisiti del regolamento. Se un partner commerciale non è in grado di fornire i dati richiesti, in molti casi l’unica soluzione sarà cambiare fornitore. Questo è difficile ma necessario, poiché la responsabilità della conformità all’EUDR ricade su ogni entità che partecipa alla catena di approvvigionamento.
Nuovi standard
Il Regolamento EUDR richiede alle aziende non solo di raccogliere dati sull’origine dei beni, ma anche di sviluppare procedure di gestione del rischio e di audit dei fornitori. In pratica, ciò significa una profonda trasformazione dei processi di acquisto, logistica e conformità. Le organizzazioni che iniziano ora ad analizzare le loro catene di approvvigionamento, ad implementare strumenti di valutazione del rischio e ad integrare le procedure di due diligence con i sistemi doganali saranno molto meglio preparate quando i regolamenti entreranno in vigore.
EUDR introduce anche nuove realtà per i partner internazionali. In molti paesi fuori dall’UE, come il Ghana, si stanno già sviluppando sistemi di tracciabilità dei prodotti (ad es. cacao) dalla piantagione al porto di esportazione per consentire agli importatori europei di soddisfare i nuovi requisiti. Questo dimostra che l’EUDR sta diventando non solo uno standard UE, ma anche uno standard globale per il commercio sostenibile di materie prime. Ciò rappresenta una sfida per le aziende di logistica, importatori e produttori, ma è anche un’opportunità per rafforzare la posizione competitiva.









