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Krzysztof Sawko/Trans.INFO

Il risveglio del gigante. Il trasporto tedesco torna in gioco?

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Sebbene l’economia tedesca sia ancora alle prese con la recessione, le borse di carico hanno registrato un aumento delle offerte sulle tratte chiave dalla Germania nei mesi di marzo e aprile 2025. Si tratta del segnale di un ritorno del Paese al ruolo di motore del trasporto stradale europeo, o solo di una fiammata passeggera dovuta alla mancanza di capacità?

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Il trasporto stradale nell’Europa occidentale ha conosciuto, nella primavera del 2025, un’inattesa ripresa, e uno dei principali beneficiari sembra essere proprio la Germania. Nonostante l’aggravarsi dell’incertezza economica, i dati della piattaforma Trans.eu, citati dal PITD nel rapporto “Trasporti in Europa – Tendenze, dati, analisi 2/2025”, indicano una crescita evidente dell’attività dei committenti sulle tratte in uscita dalla Germania. È l’effetto di una ridotta offerta di servizi di trasporto, che potrebbe rappresentare un’opportunità per il ritorno delle imprese sul mercato tedesco – a condizione di una valutazione prudente.

La borsa si muove, l’economia no

Da febbraio ad aprile 2025, il numero di offerte di carico dalla Germania alla Francia è cresciuto rispettivamente del 7% e del 12%, mentre sulla rotta verso i Paesi Bassi l’aumento è stato del 9% e del 15%. Il maggiore dinamismo si è osservato però sulla tratta Germania–Polonia: dopo un +35% a marzo, aprile ha registrato un ulteriore +11%. Parallelamente, anche dalla Francia (+56% a marzo e +17% ad aprile) e dai Paesi Bassi (+86% e +25%) verso la Germania si è registrata una crescita delle offerte.

Può sorprendere che questi aumenti siano avvenuti nonostante la diminuzione dell’attività dei trasportatori: il numero di ricerche di carichi sulle tratte verso la Germania è costantemente calato. A marzo e aprile 2025 sono state rilevate flessioni su tutte le rotte analizzate: ad esempio, del 30% e del 24% dalla Francia, del 30% e del 25% dai Paesi Bassi.

Carenza di autisti e costi in aumento

Alla base della ridotta offerta ci sono la mancanza di conducenti, gli alti costi operativi e l’abbandono del mercato tedesco da parte di molte aziende. Numerose imprese tedesche hanno ridotto le flotte o rinunciato a servire grandi clienti, non riuscendo a ottenere tariffe remunerative. Quasi un terzo degli autisti di camion in Germania proviene dall’estero, e quasi la metà dei veicoli ha targhe straniere – una risorsa che non è infinita.

Un altro fenomeno interessante è l’aumento della concorrenza da parte di trasportatori rumeni, cechi e lituani, dove i costi del lavoro sono anche la metà rispetto a quelli polacchi. Ciò si traduce in una differenza del 20% nei costi complessivi, che estromette molte aziende polacche dal mercato tedesco.

Salita delle tariffe: un effetto della carenza?

In un contesto di aumento delle offerte e scarsità di trasportatori, l’aumento delle tariffe era inevitabile. Ad aprile 2025, le tariffe medie dalla Germania alla Danimarca sono salite del 36%, e dall’Italia dell’11,8%. Anche le rotte dalla Francia e dai Paesi Bassi hanno visto incrementi tra il 6% e l’8%. Curiosamente, le tratte verso la Germania hanno registrato aumenti maggiori rispetto a quelle in uscita.

Il dilemma tecnologico della Germania

Oltre ai problemi operativi, l’economia tedesca si confronta con un ostacolo sistemico: il basso livello di digitalizzazione. Il settore imprenditoriale tedesco mostra ritardi nell’adozione di soluzioni digitali, limitando l’efficienza e la competitività delle aziende logistiche.

Nel ranking globale per le infrastrutture ICT, la Germania occupa solo il 41° posto al mondo, e i servizi digitali sono tra i meno sviluppati nell’UE. Il settore ICT cresce più rapidamente del resto dell’economia (+4,6% a/a nel 2025), ma gli investimenti restano inferiori rispetto a USA e Francia. Di conseguenza, la trasformazione digitale procede troppo lentamente per rispondere efficacemente alle crisi del settore trasporti.

L’adozione di soluzioni basate su intelligenza artificiale, machine learning e gestione automatizzata delle flotte potrebbe contribuire a risolvere la carenza di conducenti e a migliorare la redditività. Secondo gli esperti di McKinsey, l’automazione potrebbe ridurre le perdite legate alla carenza di personale fino all’1,3% del PIL.

Rientrare nel mercato? Sì, ma con cautela

Gli esperti concordano: l’aumento delle offerte non è un segnale inequivocabile di ripresa economica. La maggiore attività dei committenti è piuttosto il risultato della scarsità di trasportatori disponibili e del tentativo di salvare le spedizioni tramite il mercato spot. È quindi consigliabile un approccio prudente: scegliere tratte che garantiscano stabilità e redditività, evitando la corsa alle tariffe elevate.

Per le imprese che si sono ritirate dal mercato tedesco durante la crisi, la situazione attuale può rappresentare un’occasione di ritorno – ma solo adottando una strategia selettiva. Va ricordato che i costi non sono diminuiti, e che i problemi strutturali (carenza di personale, burocrazia, concorrenza dai mercati a basso costo) restano.

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