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Aziende pronte per i requisiti CBAM ottengono un vantaggio strategico

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CBAM (Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere) è un meccanismo regolatorio dell'UE la cui importanza per il commercio globale crescerà sistematicamente nei prossimi anni. Perché? Perché introduce tariffe aggiuntive per le emissioni di CO2 associate alla produzione di determinati beni importati nell'Unione Europea.

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L’obiettivo del CBAM è prevenire la delocalizzazione della produzione ad alta intensità energetica al di fuori dell’UE verso paesi con regolamenti climatici meno severi. Il meccanismo copre prodotti di settori con una grande impronta di carbonio – principalmente acciaio, ferro e alluminio, che dominano la struttura di importazione coperta dal CBAM.

Inoltre, il regolamento copre anche cemento, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. Riguarda le importazioni da paesi terzi che non partecipano al sistema ETS dell’UE. Eccezioni sono i prodotti originari di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera – paesi integrati con il mercato delle emissioni dell’UE.

Segnalazioni e tariffe

Attualmente, il CBAM opera in una fase transitoria, che durerà fino alla fine del 2025. Durante questo periodo, gli importatori non sostengono ancora tariffe ma sono tenuti a segnalare trimestralmente le emissioni di CO2 associate ai beni importati.

I rapporti devono essere compilati basandosi su dati effettivi forniti dai produttori. Tuttavia, se il fornitore non può fornirli, l’importatore è obbligato a presentare un rapporto basato sui cosiddetti “dati zero”. In pratica, questo approccio può portare a un livello gonfiato di emissioni segnalate, e quindi a costi più elevati una volta che il CBAM sarà pienamente attuato.

Importante, l’importatore deve anche documentare i tentativi di ottenere dati effettivi. La mancanza di tale prova – ad esempio, corrispondenza con il fornitore – può comportare ulteriori controlli da parte della Commissione Europea. La documentazione del contatto con i fornitori dovrebbe essere archiviata e allegata ai rapporti presentati.

Dal 2026, il CBAM entrerà in una fase operativa. Oltre agli obblighi di segnalazione, gli importatori saranno tenuti ad acquistare certificati CBAM speciali, il cui numero dipenderà dal livello di emissioni contenute nell’importazione.

Le aziende che stanno già implementando procedure conformi al CBAM – ad esempio, ottenendo dati sulle emissioni dai fornitori, standardizzando i processi di segnalazione, archiviando documentazione – saranno meglio preparate per i futuri obblighi. Ciò ha un impatto diretto sulla riduzione dei rischi operativi e dei costi.

La mancanza di una preparazione appropriata può comportare non solo sanzioni finanziarie ma anche la perdita dello status di dichiarante autorizzato – che in pratica significa bloccare la possibilità di importare beni coperti dal CBAM.

Semplificazioni e estensione dei regolamenti

Negli ultimi mesi, la Commissione Europea ha annunciato cambiamenti all’interno del pacchetto Omnibus, finalizzati a semplificare parzialmente gli obblighi amministrativi e di segnalazione relativi al CBAM.

Queste proposte mirano ad alleviare i carichi particolarmente per i piccoli importatori e ad aumentare la trasparenza e la prevedibilità dell’intero sistema.

Una delle principali modifiche è l’innalzamento della soglia di importazione soggetta ad obblighi di segnalazione a 50 tonnellate all’anno. Ciò significa che molti piccoli importatori saranno esentati dall’obbligo di presentare rapporti trimestrali, riducendo significativamente il numero di enti soggetti alla segnalazione CBAM.

Le procedure di autorizzazione per gli importatori, i metodi per calcolare le emissioni relative alla produzione dei beni e le regole di segnalazione dei dati saranno anch’essi semplificati.

Dal 2027, gli importatori avranno la possibilità di dimostrare i costi delle emissioni sostenuti in paesi terzi utilizzando dati nazionali medi – per contrastare il rischio di doppi addebiti (sia nel paese di produzione che al confine dell’UE). Questo è particolarmente importante per gli importatori che collaborano con produttori di paesi che hanno già implementato i propri sistemi di addebito delle emissioni.

Il pacchetto Omnibus è anche un preludio a ulteriori passi – estendendo il CBAM a nuovi settori e prodotti nei prossimi anni. Ciò significa che più aziende – anche al di fuori delle industrie attualmente indicate – dovrebbero iniziare ad analizzare il potenziale impatto del CBAM sulle loro operazioni.

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