L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello ufficiale per l’adesione al regime, insieme alle istruzioni operative, tramite il provvedimento n. 309107/2025. Si tratta di una novità rilevante per tutte le aziende della filiera logistica e del trasporto merci, con implicazioni sia operative che strategiche. Il nuovo meccanismo consente infatti di spostare l’obbligo di versamento dell’IVA dal prestatore al committente, contribuendo a una maggiore sicurezza fiscale.
Cos’è il reverse charge IVA e perché interessa il trasporto merci
Il reverse charge IVA è un meccanismo contabile che prevede l’inversione del soggetto tenuto al versamento dell’imposta. In pratica, non è più chi eroga il servizio (l’impresa di trasporto), ma chi lo riceve (ad esempio una casa di spedizioni o un operatore logistico) a versare l’IVA all’erario.
Questa soluzione è particolarmente adatta a settori come l’autotrasporto, dove la frammentazione della filiera e la molteplicità di subappalti rendono frequente l’evasione dell’imposta. Non a caso, il legislatore ha deciso di intervenire con una norma specifica – art. 1, commi 59 e 60 della Legge 207/2024 – per introdurre un regime opzionale dedicato.
Come aderire: requisiti e validità dell’opzione
Per aderire al nuovo regime, le imprese devono innanzitutto scaricare il modello e le relative istruzioni dal sito dell’Agenzia delle Entrate. La compilazione avviene tramite il software gratuito “ReverseChargeLogistica”, disponibile online. Una volta completata la comunicazione, questa deve essere trasmessa telematicamente – direttamente o tramite un intermediario abilitato, come un commercialista o un CAF – per ricevere la ricevuta di conferma. Il versamento dell’IVA, invece, va effettuato con modello F24 entro il mese successivo all’emissione della fattura, utilizzando il codice tributo dedicato 6045.
L’opzione ha durata triennale a partire dalla data di trasmissione della comunicazione ed è applicabile sia ai contratti tra committente e appaltatore, sia a quelli tra subappaltante e subappaltatore. Ogni contratto richiede una comunicazione separata, anche se il modello consente di includere più moduli per più accordi tra le stesse parti. È possibile presentare una comunicazione correttiva, ma l’opzione esercitata non può essere revocata.
Struttura e contenuti del modello ufficiale
Il modello approvato dall’Agenzia delle Entrate include diverse sezioni obbligatorie. Tra queste figurano i dati identificativi del committente (o subappaltante) e del prestatore (o subappaltatore), i dettagli contrattuali come la data di stipula, inizio e fine del contratto, valore annuale e oggetto della prestazione. È prevista inoltre una sezione per indicare eventuali subappaltatori o consorziati, con i relativi codici fiscali e i luoghi di esecuzione dei servizi. Infine, la dichiarazione sostitutiva di notorietà deve essere firmata congiuntamente da committente e prestatore. I dati della comunicazione possono essere consultati da entrambe le parti accedendo al proprio Cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia.
I vantaggi del reverse charge per il settore autotrasporto
Aderire al reverse charge presenta numerosi benefici per le imprese del trasporto e della logistica. Innanzitutto, aumenta la trasparenza nei rapporti contrattuali, garantendo un tracciamento formale delle operazioni. Inoltre, il meccanismo riduce significativamente il rischio di frodi IVA, spostando l’obbligo fiscale su soggetti più strutturati e meglio controllabili. Un ulteriore vantaggio riguarda la liquidità aziendale: il prestatore non è più tenuto ad anticipare l’IVA sulle fatture emesse, un fattore rilevante in un settore spesso caratterizzato da margini contenuti e flussi di cassa limitati.
Tuttavia, è importante ricordare che l’impresa prestatrice resta comunque responsabile in solido per il corretto versamento dell’imposta, anche se non è più il soggetto formalmente tenuto al pagamento.
Conclusione: una riforma fiscale che punta alla modernizzazione del settore
L’introduzione del regime opzionale di reverse charge IVA rappresenta un passo deciso verso la modernizzazione e la trasparenza del settore autotrasporto. Pur essendo una facoltà e non un obbligo, questa misura offre strumenti concreti per contrastare l’evasione, ridurre i rischi legali e migliorare la gestione dei flussi finanziari all’interno delle imprese. In un contesto economico e normativo sempre più complesso, la possibilità di operare con regole chiare e vantaggi fiscali rappresenta un’opportunità che molti operatori del settore non potranno ignorare.