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Chi traina l’Europa? Dati interessanti sul trasporto stradale delle merci

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Nel 2024, il trasporto stradale di merci nell’Unione Europea è cresciuto dello 0,6%, raggiungendo i 1.869 miliardi di tonnellate-chilometro. Un segnale di arresto del declino registrato negli anni precedenti, anche se lontano da una piena ripresa. L’analisi dettagliata dei dati rivela profonde divergenze regionali, cambiamenti nella struttura delle merci trasportate e nuove tendenze nella distribuzione del mercato tra gli operatori.

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Tra il 2022 e il 2023, il trasporto stradale nell’UE era calato del 3,2% (da 1.919 a 1.857 miliardi di tkm), per poi registrare un modesto rimbalzo dello 0,6% nel 2024. Sebbene il dato indichi una certa stabilizzazione, il trasporto internazionale – che rappresentava il 25% del totale nel 2024 – continua a contrarsi: -4,4% nel 2022–2023 e -1,5% nel 2023–2024.

In flessione anche il trasporto nazionale, che costituisce il 61% dei volumi UE: -3,3% nel 2023 e +0,8% nel 2024. Al contrario, cabotaggio e cross-trade mostrano una dinamica positiva (+4,8% e +3,5%), segno che molte imprese cercano modelli di business più redditizi al di fuori del proprio Paese d’origine.

Eurostat

Polonia in testa, ma in leggera discesa

La Polonia si conferma leader del trasporto merci su strada in Europa, con una quota del 19,7% (368 miliardi di tkm), davanti alla Germania (15%, 281 mld tkm) e alla Spagna (14,5%, 272 mld tkm). Tuttavia, si tratta di un calo rispetto agli anni precedenti: nel 2023 la quota polacca era del 20,3%, e nel 2022 – 20,1%. Resta il valore più alto tra gli Stati membri, ma il trend segnala una possibile crescita della concorrenza o una flessione della domanda internazionale.

Secondo Eurostat, il 64,2% dell’attività di trasporto polacca riguarda operazioni internazionali, cross-trade o cabotaggio, mentre il trasporto nazionale rappresenta solo il 35,8%.

Complessivamente, cinque Paesi – Polonia, Germania, Spagna, Francia (9%, 174 mld tkm) e Italia (8%, 153 mld tkm) – coprono il 67% del trasporto stradale comunitario. Tra le economie minori si distinguono Cechia (70 mld tkm), Romania (67 mld), Lituania (66 mld) e Paesi Bassi (63 mld).

Crescite in 15 Paesi, crolli in 10

Nel 2024, 15 Stati membri hanno registrato aumenti nel volume di trasporto, guidati da Slovacchia (+15,9%), Lettonia (+12,9%) e Cechia (+8,5%). All’opposto, dieci Paesi hanno subito cali, con i peggiori risultati in Bulgaria (-18,6%), Portogallo (-14%) e Lussemburgo (-8,6%).

Eurostat

Germania resta snodo centrale

Nell’analisi dei flussi, la Germania mantiene il ruolo di hub cruciale: è punto di partenza o destinazione per quasi la metà dei 20 principali flussi transfrontalieri dell’UE. Ai confini esterni dell’Unione spiccano i collegamenti con Svizzera, Norvegia e Regno Unito.

Va tuttavia rilevato che, sebbene la Germania generi i volumi maggiori in termini geografici, la quota di operatori tedeschi nei flussi è spesso marginale. Ad esempio, nei trasporti tra Germania e Polonia, solo il 3,6% è stato effettuato da vettori tedeschi – la maggioranza è gestita da imprese di altri Paesi UE, soprattutto polacche.

Si rafforza il trasporto a medio raggio

Nel 2024, la maggior parte delle merci è stata trasportata su distanze comprese tra 150 e 999 km (1.126 mld tkm), con un aumento dell’1,5%. I trasporti a lungo raggio (oltre 2.000 km) sono invece diminuiti del 6,3%.

I principali attori in queste distanze sono stati Polonia (219 mld tkm) e Germania (175 mld). Il tonnellaggio su tratte inferiori ai 300 km è sceso dell’1,1%, mentre su tratte superiori è aumentato dell’1,4% – segnale che il mercato si sta concentrando sempre più sul raggio medio.

Boom nell’FMCG, crollo delle materie prime

Il volume totale in tonnellate-chilometro si è mantenuto stabile nei comparti principali: alimentari, bevande e tabacco (312,2 mld tkm), merci raggruppate (236,5 mld), prodotti agricoli (207,6 mld).

Si sono però registrate forti flessioni in alcuni settori: carbone e lignite -67,6%, metalli -6,4%, coke e prodotti della raffinazione petrolifera -3,7%. Al contrario, la categoria “altri beni non specificati” ha registrato un balzo del +22,4%.

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