I dati provengono da un’indagine condotta da Deep Current su 162 aziende attive nei flussi internazionali — spedizionieri, 3PL e vettori di dimensioni medio-piccole e grandi — con sedi in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Francia, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar. Una fotografia trasversale di mercati maturi ed emergenti.
Quasi la metà delle aziende intervistate conta meno di 200 dipendenti: un segmento che, secondo i ricercatori, soffre più di altri i limiti dei sistemi legacy e i costi di integrazione.
Errori di documentazione: un problema diffuso e costoso
Il dato più evidente è che il 57% delle aziende ha subito ritardi nelle spedizioni nell’ultimo anno a causa di errori nei documenti. Si tratta spesso di problemi banali: codici HS mancanti, indirizzi digitati in modo errato, campi incompleti o discrepanze formali.
Per il 42% delle aziende, la gestione manuale ha comportato anche perdite di opportunità commerciali, rallentando l’onboarding dei clienti o limitando la capacità di scalare i volumi. Un ulteriore 36% ha riportato sanzioni per non conformità.
Un direttore operativo olandese con 40 anni di esperienza ha riassunto così la situazione:
“I team passano metà della giornata a rincorrere documenti invece di movimentare merci. Anche un timbro mancante può bloccare un carico.”
La digitalizzazione avanza dove il cliente la vede
Le funzioni orientate al cliente sono le più digitalizzate:
- 55% utilizza strumenti per tracking e visibilità spedizioni
- 41% si affida a sistemi digitali per controllo documentale e compliance
Molto diverso il quadro interno: solo il 24% ha digitalizzato integralmente la gestione documentale interna, il 61% continua a basarsi su email e fogli Excel per coordinarsi con partner esteri
Uno scarto evidente tra ciò che le aziende mostrano ai clienti e ciò che avviene dietro le quinte.
I sistemi tradizionali frenano la trasformazione
Il principale ostacolo è l’integrazione con sistemi preesistenti:
- 47% indica i sistemi legacy come barriera principale
- 39% cita costi elevati e ROI poco chiaro
- 34% segnala resistenza al cambiamento da parte dei team
- 31% lamenta mancanza di competenze digitali interne
- 27% ritiene che molti strumenti non riflettano i reali flussi operativi
Come osserva un professionista tedesco:
“Molte soluzioni IA sono presentate come plug-and-play, ma non tengono conto di realtà quotidiane come dati incompleti, descrizioni merci imprecise o differenze negli indirizzi.”
Aumenta la domanda di strumenti modulari e integrabili
Una tendenza chiara emerge dal sondaggio: la preferenza per strumenti modulari, integrabili e progressivi.
Il 49% delle aziende vuole soluzioni che si innestano sui sistemi esistenti (TMS, ERP) invece di sostituirli completamente. Il modello “integrare, non rimpiazzare” diventa dominante, sia per motivi di costo sia per evitare interruzioni operative.
Parallelamente, il 61% degli intervistati crede che l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo chiave nei flussi logistici del futuro, pur precisando che l’esperienza umana resta indispensabile, soprattutto in materia di dogana, compliance e processi documentali complessi.
Il CEO di Deep Current, Tamim Fannoush, sintetizza così il nuovo orientamento del settore:
“Le aziende cercano soluzioni che riducano errori e tempi di processo senza imporre ristrutturazioni radicali. Il focus oggi è integrare, non sostituire.”
Conclusione: una digitalizzazione più pragmatica e orientata alla realtà operativa
Il sondaggio conferma ciò che molti operatori vivono quotidianamente: la logistica è sempre più consapevole dei costi nascosti della gestione manuale e delle difficoltà causate da documenti errati o incompleti. Allo stesso tempo, la transizione tecnologica non può ignorare vincoli strutturali come sistemi legacy, budget limitati o carenze di competenze digitali.
La risposta del settore appare chiara: passi incrementali, strumenti modulari, automazione mirata e IA integrata nei flussi esistenti.
Le aziende che riusciranno a digitalizzare i processi documentali più critici — senza compromettere l’operatività — saranno quelle meglio posizionate per ridurre errori, accelerare il throughput e mantenere la competitività in un mercato globale sempre più complesso.









