L’elevato numero di partecipanti – oltre cento fra avvocati e rappresentanti delle parti – ha imposto lo spostamento delle sessioni alla Wappenhalle del quartiere Monaco-Riem.
Si tratta di una nuova fase nella battaglia legale che migliaia di clienti – dalle aziende di trasporto alla Bundeswehr, fino alla Deutsche Bahn – conducono contro MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco, DAF e Scania, riconosciuti dalla Commissione europea come responsabili di un cartello dei prezzi fra il 1997 e il 2011. Le sanzioni della CE, comminate tra il 2016 e il 2017, non hanno chiuso il capitolo dei risarcimenti: le azioni civili proseguono e potrebbero entrare nel vivo proprio a fine novembre.
Il nodo delle perizie economiche
Il tribunale ha incaricato due economisti indipendenti di accertare se il cartello abbia provocato un aumento dei prezzi dei camion e di quantificarne l’entità. Le loro analisi econometriche, basate su modelli di regressione, sono però finite sotto tiro dei costruttori, che ne contestano metodologia e solidità statistica.
Le udienze di questa settimana mirano proprio a chiarire questi punti, decisivi per stabilire se esista un danno risarcibile.
Costruttori contro ricorrenti
Le posizioni restano distanti:
- I costruttori negano che il cartello abbia prodotto un danno economico per i clienti.
- I ricorrenti, al contrario, sostengono che gli accordi illeciti abbiano gonfiato i prezzi, facendo pagare troppo i veicoli acquistati. A supporto della loro tesi richiamano le decisioni definitive della Commissione europea.
In Germania, dove il valore complessivo delle azioni risarcitorie ammonta a circa 500 milioni di euro, finora non risultano sentenze pubbliche che abbiano riconosciuto indennizzi ai trasportatori. I giudici richiedono prove puntuali per ogni singolo veicolo, circostanza che complica e rallenta i procedimenti.
Francia: prima sentenza favorevole ai trasportatori
L’autunno 2025 ha portato invece una svolta in Francia.
Il Tribunale commerciale di Bordeaux ha condannato Daimler a pagare oltre 7.700 euro per ciascun veicolo coinvolto, come riferisce lo studio legale Lex-Port. È la prima decisione francese favorevole ai ricorrenti in cause private legate al cartello.
La sentenza ha inoltre spostato i casi pendenti dal Tribunale di Lione – ritenuto meno favorevole ai trasportatori – rappresentando, secondo Lex-Port, un “doppio successo”.
I giudici francesi riconoscono sovrapprezzi medi intorno al 9%, e nuovi ricorsi sono già in preparazione, stavolta contro Scania.
Spagna: il Paese più “generoso” con gli indennizzi
Il quadro europeo resta eterogeneo. La Spagna si conferma il Paese più favorevole ai trasportatori, con tribunali che riconoscono sovrapprezzi fra il 9% e il 20% del valore del veicolo.
Alcuni esempi:
- Cáceres (2020) – sovrapprezzo riconosciuto: 16,35%
- Pontevedra – Iveco condannata a pagare quasi 40.000 euro per 3 camion
- Murcia – Volvo Group Spain deve versare 128.757 euro per 5 veicoli (sovrapprezzo del 20,7%)
In tutti i casi, i giudici hanno respinto le argomentazioni delle Case secondo cui i costi sarebbero stati “traslati” sui clienti finali.
Verso un’accelerazione o verso nuovi rinvii?
Le udienze a Monaco continueranno fino al 28 novembre. Le settimane successive saranno decisive per capire se:
- emergeranno margini per accordi extragiudiziali, oppure
- il tribunale riterrà convincenti le perizie economiche, spingendo i procedimenti verso una fase più avanzata.
In caso contrario, il contenzioso – già fra i più complessi d’Europa – rischia di protrarsi ancora a lungo.









