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I leader della supply chain stanno investendo in AI nel modo sbagliato. Ecco dove stanno andando fuori strada

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Un sondaggio globale di 490 dirigenti della supply chain ha rivelato una costosa contraddizione: mentre la maggior parte delle aziende dà priorità alla liberazione del capitale circolante, stanno investendo in sistemi di intelligenza artificiale che analizzano i problemi invece di prevenirli.

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Il nuovo rapporto, “Il Gap di Esecuzione: Cosa Dicono i Leader della Supply Chain sulla Tecnologia,” pubblicato da ABI Research e FourKites, ha rilevato che sebbene il 28% delle aziende indichi l’ottimizzazione del capitale circolante come principale driver di investimento, solo il 37% utilizza l’AI per la gestione del rischio, l’area più direttamente collegata alla prevenzione di costosi ritardi, tasse di detenzione e trasporto rapido.

Secondo lo studio, il 28% delle aziende ha identificato l’ottimizzazione del capitale circolante come il principale driver di investimento, davanti al vantaggio competitivo (15%) e alla conformità alla sostenibilità (8%). Eppure solo il 37% utilizza l’AI per la gestione del rischio, anche se le interruzioni e i ritardi sono tra le principali cause di denaro bloccato nelle operazioni della supply chain.

Gli autori sostengono che le compagnie stiano impiegando l’AI nei luoghi sbagliati: concentrandosi sulla previsione della domanda o sull’analisi invece della prevenzione delle interruzioni e dell’esecuzione in tempo reale.

“I dirigenti vogliono miglioramenti del capitale circolante, eppure impiegano l’AI per la previsione della domanda invece della prevenzione delle interruzioni,” osserva il rapporto. “Stanno analizzando i problemi invece di prevenirli.”

L’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti nell’adozione dell’AI

L’indagine ha rilevato significative differenze regionali. Mentre il 31% delle aziende nordamericane ha dichiarato di utilizzare l’AI per le decisioni autonome, la cifra era solo del 19,5% in Europa

In Germania, solo un partecipante su tre (33%) utilizza l’AI per la gestione del rischio, rispetto al 48% negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda la gestione dell’inventario, l’adozione in Nord America ha raggiunto il 48%, mentre in Europa era al 31%. Questa differenza, secondo ABI Research, indica che le organizzazioni europee sono più caute nell’affidare decisioni operative ai sistemi di AI.

Il “gap di fiducia” nell’AI autonoma

Tra tutti i rispondenti, il 52% utilizza l’AI per il supporto decisionale, dove i sistemi forniscono raccomandazioni, ma solo il 27% consente all’AI di agire autonomamente. Questo “gap di fiducia,” secondo il rapporto, limita il potenziale della tecnologia nel fornire risparmi misurabili.

Le aziende sono disposte a utilizzare l’AI per compiti prevedibili e a basso rischio come la previsione della domanda o il servizio clienti, ma tendono ad evitare di impiegarla per la gestione del rischio, proprio dove potrebbe prevenire il trasporto rapido, le tasse di detenzione e un eccesso di scorte di sicurezza.

Ostacoli organizzativi, non dati, frenano le aziende

I risultati suggeriscono che la sfida più grande è di natura organizzativa piuttosto che tecnologica. Il sessantacinque percento dei rispondenti ha affermato di non avere Procedure operative standard (SOPs) chiare per agire sugli avvisi in tempo reale generati dalle loro piattaforme di visibilità. Un altro 53% ha segnalato un’insufficiente autorità per i team operativi di agire rapidamente, e il 70% ha citato una debole coordinazione interfunzionale.

In pratica, questo significa che anche quando le aziende hanno visibilità sulle interruzioni, spesso non possono agire senza molteplici approvazioni o riunioni dipartimentali, trasformando la visibilità in quella che il rapporto chiama “paralisi perfetta.”

L’integrazione, non la qualità dei dati, è il principale ostacolo

Mentre la scarsa qualità dei dati spesso domina le discussioni sulla digitalizzazione, i rispondenti hanno affermato che i veri ostacoli sono integrazione dei sistemi legacy (46%), adattamento degli strumenti (46%) e disponibilità delle competenze (46%). Questi problemi tecnici e organizzativi rendono difficile connettere le soluzioni di AI con i sistemi esistenti come ERP, WMS e TMS.

Ryan Wiggin, analista senior presso ABI Research, ha detto:

“Il successo richiede interoperabilità dei dati tra i sistemi, processi definiti per l’azione e prontezza organizzativa, elementi che molte aziende attualmente non hanno.”

Le aziende si aspettano un ROI rapido — non trasformazioni pluriennali

Le pressioni sul capitale circolante stanno costringendo le aziende a concentrarsi su rendimenti misurabili a breve termine. La maggior parte degli investimenti nella supply chain ora mira a periodi di recupero di quattro-otto mesi, non a progetti di trasformazione pluriennali.

La maggior parte dei progetti di torre di controllo citati nel rapporto costa tra $50.000 e $250.000, con meno del 7% che supera $500.000. ABI Research osserva che “un sistema ben adottato da $100.000 supera sempre una piattaforma ignorata da $500.000.”

Poche aziende pronte per l’AI che agisce, non solo analizza

Un gruppo più ridotto di 156 rispondenti ha affermato di “essere fortemente d’accordo” nell’utilizzare l’AI per le decisioni autonome. Queste aziende hanno già iniziato a collegare direttamente l’AI ai sistemi operativi, permettendo la prevenzione automatica delle tasse di detenzione, del trasporto rapido e dell’eccessivo inventario.

Le loro esperienze suggeriscono che i benefici finanziari si ottengono quando l’AI è integrata nelle operazioni quotidiane, non trattata come uno strumento analitico. Il rapporto conclude che le aziende che utilizzano l’AI per l’azione autonoma vedono i risultati più forti in termini di efficienza del capitale circolante.

“Correggi l’organizzazione prima di comprare più tecnologia”

Il rapporto riassume le sue raccomandazioni chiave in tre punti:

  1. Correggi prima i processi – crea procedure operative standard chiare e responsabilizza i team per agire sugli avvisi in tempo reale.
  2. Costruisci fiducia nell’AI gradualmente – inizia con il supporto decisionale e evolvi verso l’autonomia.
  3. Collega ogni progetto al flusso di cassa – inquadra gli investimenti in termini di giorni di inventario salvati, tasse di detenzione evitate e trasporto rapido prevenuto.

ABI Research e FourKites concludono che la prossima fase di digitalizzazione della supply chain dipenderà meno dalla disponibilità tecnologica e più dalla prontezza organizzativa.

“La visibilità è una posta in gioco. Il gap è l’esecuzione,” afferma il rapporto. “La tecnologia funziona. Il ROI è lì. Le aziende devono solo lasciarla operare.”

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