Dopo diversi giorni di negoziazioni tese a Londra, l’Organizzazione Marittima Internazionale, o IMO, ha votato venerdì (17 ottobre) per rinviare la decisione all’anno prossimo. Secondo Reuters, 57 dei 176 stati membri dell’IMO hanno supportato la mozione dell’Arabia Saudita per il ritardo, 49 hanno votato contro e 21 si sono astenuti.
La decisione è arrivata dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato gli stati membri a “votare no” su quello che ha descritto come una “tassa globale verde nuova truffa sul trasporto marittimo”. Washington aveva precedentemente avvertito che i paesi che supportano il piano potrebbero affrontare ritorsioni commerciali, comprese restrizioni portuali e sanzioni, come riportato da Splash 247.
La misura proposta, parte del cosiddetto Net Zero Framework dell’IMO, avrebbe introdotto un prelievo o meccanismo di prezzo sulle emissioni di gas serra dalle navi, insieme a standard sui carburanti mirati a ridurre l’impronta climatica del settore. Il sistema era originariamente previsto per entrare in vigore non prima del 2028.
Gli armatori europei avvertono di incertezza e perdita di slancio
Il rinvio ha attirato critiche severe da parte dei rappresentanti dell’industria europea, che hanno definito il risultato un arretramento per la politica climatica e la stabilità aziendale.
“Il ritardo lascia il settore del trasporto marittimo alla deriva nell’incertezza,” ha affermato Faig Abbasov, direttore del trasporto marittimo presso Transport & Ambiente.
L’associazione degli armatori tedeschi (VDR) ha descritto il mancato raggiungimento di un accordo come un “grave arretramento“. Il direttore generale Martin Kröger ha dichiarato a VerkehrsRundschau che l’UE era stata “troppo silenziosa” nel difendere la sua posizione, sottovalutando la rapidità con cui le posizioni di alcuni paesi potevano cambiare.
L’Associazione tedesca dell’industria navale e oceanica (VSM) e il gruppo ambientalista NABU hanno espresso preoccupazioni simili, affermando che la mancanza di una decisione ha lasciato l’industria senza un chiaro quadro internazionale dopo anni di negoziati.
Le divisioni si ampliano tra le principali nazioni di trasporto marittimo
Paesi come Cina, Grecia, Cipro, Giappone e Corea del Sud avevano supportato un prezzo globale del carbonio nei precedenti cicli di colloqui. Tuttavia, durante il voto di venerdì, la Cina ha cambiato posizione per sostenere il rinvio, mentre gli altri si sono astenuti.
Al contrario, l’UE, il Brasile e le nazioni dell’isola del Pacifico hanno spinto per l’adozione immediata, avvertendo che il rinvio mina l’obiettivo a lungo termine dell’industria di raggiungere il net-zero entro il 2050.
Secondo Reuters, la mozione per il rinvio è passata con una stretta maggioranza, evidenziando profonde divisioni geopolitiche all’interno dell’IMO.
Reazione dell’industria: “una perdita di slancio per la decarbonizzazione”
Le compagnie di navigazione e i gruppi ambientalisti hanno affermato che il rinvio rallenterà la transizione verso carburanti più puliti.
Maersk ha descritto l’esito come “una perdita di slancio per gli sforzi dell’industria di decarbonizzare”, mentre i difensori ambientali hanno affermato che l’inazione dell’IMO rischia di lasciare il trasporto marittimo globale “alla deriva” tra regimi climatici nazionali e regionali concorrenti.
Gli esperti dell’industria dicono che il ritardo di un anno potrebbe avere effetti a catena oltre le linee di trasporto marittimo stesse. Lars Jensen, un importante analista del trasporto container, ha avvertito che l’incertezza può scoraggiare gli investitori dal sostenere progetti di carburante verde e rallentare il rinnovo della flotta.
“Il problema non è il ritardo di un anno — è l’incertezza se questo verrà rinviato ancora una volta,” ha scritto Jensen su LinkedIn. “E l’incertezza porterà al rinvio di alcuni investimenti.”
Secondo Jensen, la situazione potrebbe anche rafforzare la posizione relativa del GNL rispetto ai carburanti completamente verdi e prolungare la vita operativa delle navi più vecchie. Ha aggiunto che la mancanza di un chiaro segnale globale potrebbe incoraggiare gli operatori più piccoli a ritardare gli ordini per le navi e potrebbe portare a più politiche regionali come l’ETS dell’UE e il FuelEU Maritime, creando “un panorama normativo più complesso e sovrapposto.”
L’IMO, che regola gli standard di sicurezza e inquinamento per il trasporto marittimo internazionale, ha dichiarato che la sessione straordinaria si riunirà di nuovo nel 2026 per continuare il lavoro sul Net Zero Framework.
Cosa è in gioco per il settore marittimo europeo
Il trasporto marittimo rappresenta quasi il 3 % delle emissioni globali di CO₂ e trasporta circa il 90 % del commercio internazionale. L’UE ha già incluso il trasporto marittimo nel suo Sistema di Scambio delle Emissioni (ETS), ma molti operatori avevano sperato in un approccio globale unificato per evitare sovrapposizioni normative.
Gli analisti avvertono che il fallimento nel raggiungere un consenso potrebbe accelerare la frammentazione, con regole regionali che emergono invece di uno standard internazionale unico.
L’ingresso in vigore più presto possibile per un prezzo globale del carbonio, se approvato l’anno prossimo, è ora previsto per il 2028.








