PUBBLICITÀ
Webinar Alis Trans

ITD

Piombo sotto sorveglianza speciale: le nuove regole mettono in difficoltà i trasportatori

Puoi leggere questo articolo in 4 minuti

Dal 1° settembre, nuove norme per il trasporto dei prodotti contenenti piombo. La FAI lancia l’allarme: il settore non è pronto.

Il testo che stai leggendo è stato tradotto utilizzando uno strumento automatico, che potrebbe portare a delle imprecisioni. Grazie per la comprensione.

È entrato in vigore il 1° settembre 2025 il Regolamento (UE) 2024/197, destinato a cambiare radicalmente l’operatività di molte aziende di trasporto in tutta Europa. Sebbene le nuove disposizioni siano motivate da obiettivi ambientali, le conseguenze per i trasportatori si preannunciano pesanti: costi elevati, burocrazia e nuovi obblighi a carico delle imprese. I più preoccupati sono i vettori italiani, rappresentati dalla FAI – Federazione Autotrasportatori Italiani – che aveva chiesto invano una moratoria.

Sotto il regime ADR

Il regolamento classifica alcune miscele solide contenenti piombo – come ottone, raccordi e tubature – come materiali pericolosi per l’ambiente, identificati con il codice UN 3077. Questo comporta l’inserimento completo di tali merci nel regime ADR, con tutti gli obblighi connessi: classificazione, etichettatura, documentazione e procedure di trasporto.

L’impatto della norma non riguarda solo l’industria chimica, ma si estende a settori industriali strategici come la siderurgia, la produzione di componentistica e la rubinetteria. A essere più colpite saranno le regioni altamente industrializzate, come la Lombardia e il Veneto.

La FAI denuncia il rischio paralisi

Secondo un’analisi condotta dalla FAI, le modifiche introdotte dal Regolamento Delegato 2024/197 rischiano di bloccare le attività di molte imprese. Ogni azienda che trasporta prodotti contenenti piombo dovrà:

  • nominare un consulente ADR,
  • adeguare il proprio parco mezzi (contenitori sigillati, etichettature, estintori, ecc.),
  • formare i conducenti e dotarli del Certificato di Formazione Professionale (C.F.P. – ADR),
  • redigere istruzioni di sicurezza,
  • effettuare modifiche tecniche ai veicoli.

Non si tratta di un semplice adeguamento normativo, ma di una vera e propria riorganizzazione operativa, che richiede tempo e risorse finanziarie significative.

“Questa norma rischia di fermare l’intera logistica legata alla lavorazione dell’ottone e di altre leghe contenenti piombo”, avverte Carlotta Caponi, segretaria generale della FAI.

Moratoria, un’opportunità mancata

Alla luce dell’urgenza, la FAI ha formalmente richiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’introduzione di una moratoria. Secondo la federazione, senza un periodo di transizione, le imprese non riusciranno ad adeguarsi in tempo, con conseguenti interruzioni nelle catene produttive e distributive.

La FAI ha inoltre sollevato il tema della concorrenza sleale: non tutti gli Stati membri dell’UE applicheranno le nuove regole con lo stesso rigore, creando un potenziale squilibrio nel mercato unico.

L’introduzione di queste norme evidenzia quanto le politiche ambientali possano incidere sul trasporto stradale. L’intento dell’Unione Europea è chiaro: tutelare l’ambiente. Tuttavia, a pagarne il prezzo saranno soprattutto le piccole e medie imprese del settore logistico. L’estensione del regime ADR a prodotti finora considerati neutri pone il comparto di fronte a una sfida imponente.

Pur riconoscendo la necessità di una transizione ecologica, la FAI chiede un approccio più pragmatico. Una moratoria avrebbe potuto evitare il blocco del settore e garantire continuità alle forniture industriali. Ma la richiesta, per ora, è rimasta inascoltata.

Tags: