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Ministarstvo komunikacija i prometa Bosne i Hercegovine/Facebook (foto ilustrativă)

Strade bloccate, 20 000 tonnellate di merci ferme ai confini. 47 000 autisti paralizzano la Bosnia ed Erzegovina

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Dal 1° settembre 2025, la Bosnia ed Erzegovina è colpita da un vasto sciopero nazionale del settore trasporti. Migliaia di camionisti hanno bloccato strade principali, valichi di frontiera e terminal doganali, chiedendo modifiche alle politiche fiscali e doganali, oltre all’alleggerimento delle normative UE ritenute dannose per la competitività delle imprese locali.

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La protesta, coordinata dalla coalizione di settore “LOGISTIKA”, coinvolge quasi tutte le regioni del paese e ha causato gravi disagi al trasporto stradale nazionale e internazionale.

Le normative UE come causa scatenante

A far esplodere il malcontento sono stati gli arresti di autisti bosniaci in diversi paesi dell’UE, accusati di aver violato il limite dei 90 giorni di permanenza nello Spazio Schengen ogni 180 giorni.

I rappresentanti delle aziende di trasporto criticano il conteggio di ogni attraversamento di frontiera come un giorno intero di permanenza – anche nel caso di transiti brevi, come tra Neum (BiH) e Ploče (Croazia). Chiedono che il tempo venga calcolato in ore, non in giorni.

Il Ministero dei Trasporti della BiH ha confermato di aver tentato una rinegoziazione delle regole con l’UE, senza però ottenere risultati. Le norme sulla migrazione restano fuori dalla giurisdizione nazionale.

Una rete logistica paralizzata

Secondo Velibor Peulić del Consorzio Logistica BiH, circa 47 000 persone partecipano alle proteste, mentre quasi 20 000 tonnellate di merci risultano bloccate ai confini. Il consorzio gestisce il 93% del traffico merci nazionale.

Secondo BIHAMK (Automobile Club BiH), il 2 settembre 2025 erano bloccati quasi tutti i principali valichi di frontiera per il trasporto merci, tra cui Izačić, Bijača, Gradiška, Rača e Šamac.

Le code di camion si estendono per chilometri, e anche il traffico passeggeri – inizialmente escluso dalla protesta – subisce ora ritardi importanti. Le zone logistiche più colpite includono Sarajevo, Tuzla, Doboj, Mostar e Banja Luka.

Le richieste del settore trasporti

Tra le principali rivendicazioni degli autotrasportatori figurano:

  • Parità di trattamento con gli autisti UE secondo la convenzione AETR
  • Rimborso del 50% delle accise sul carburante e sconto del 50% sui pedaggi stradali
  • Riconoscimento come esportatori di servizi, con accesso ad agevolazioni fiscali
  • Riduzione dei tempi di attesa ai confini e negli uffici doganali
  • Abbassamento dei costi di formazione per i conducenti – attualmente circa 750 euro a persona

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dall’accesso alla professione: i manifestanti denunciano che i giovani devono aspettare fino a tre anni dopo la scuola per iniziare a lavorare, mentre in Germania, ad esempio, è possibile lavorare sotto supervisione già a 18 anni.

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