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PMI di novembre: spiragli per i vettori, ma la produzione resta debole

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Il quadro congiunturale europeo continua a presentarsi disomogeneo: il manifatturiero resta sotto pressione, mentre attività domestica e servizi reggono meglio, offrendo ai vettori un minimo sostegno. La domanda di trasporto rimane infatti stabile più che forte e, secondo gli ultimi dati PMI, è destinata a mantenere un profilo irregolare e difficile da prevedere.

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L’attività economica dell’eurozona è cresciuta anche a novembre. Il PMI composito si è attestato a 52,4, in linea con il mese precedente, con l’intera espansione trainata dai servizi, che hanno registrato il ritmo più rapido degli ultimi diciotto mesi. Un elemento che continua a sostenere flussi domestici — soprattutto pacchi, pallet e beni di consumo.

Decisamente più debole il manifatturiero: il PMI è sceso a 49,6 e l’aumento della produzione si è portato ai minimi da otto mesi. Per i vettori significa una domanda più fiacca da settori come macchinari, chimica e beni intermedi. I nuovi ordini sono aumentati complessivamente, ma nel manifatturiero hanno continuato a diminuire; la domanda estera si è nuovamente indebolita, segnale che i flussi industriali transfrontalieri restano sotto pressione.

L’occupazione nell’eurozona è rimasta sostanzialmente stabile, mentre molte imprese hanno regolato la produzione attraverso variazioni di magazzino più che del personale. I costi di input sono cresciuti al ritmo più rapido in otto mesi, ma i prezzi di vendita sono rimasti quasi invariati: un quadro che lascia intuire che i clienti resisteranno ad aumenti tariffari nel trasporto anche in presenza di costi in salita.

I produttori hanno inoltre riportato i ritardi di consegna più marcati dal 2022 e una nuova accelerazione nel calo delle scorte: una combinazione che tende a generare volatilità nei flussi, con picchi di spedizioni urgenti alternati a periodi di calma.

Nonostante le criticità, il sentiment delle imprese è migliorato, con aspettative complessive di ripresa nel prossimo anno.

Italia: ritorno alla crescita con l’aumento degli ordini

Il PMI manifatturiero italiano è salito a 50,6 — il valore migliore dall’inizio del 2023. I nuovi ordini sono aumentati al ritmo più rapido in oltre tre anni, sostenuti da una ripresa della domanda estera, che potrebbe tradursi in maggiori flussi transfrontalieri, soprattutto nei beni capitali.

La produzione è cresciuta leggermente, frenata dal calo dei beni di consumo. Le imprese hanno continuato a ridurre personale e acquisti, attingendo alle scorte già disponibili. I costi di input sono aumentati al ritmo più veloce in tre anni, mentre i prezzi di vendita sono cresciuti solo moderatamente.

Il sentiment è ottimista, con aspettative di domanda più forte nel prossimo anno.

Regno Unito: il manifatturiero torna in crescita

Per la prima volta in oltre un anno, il manifatturiero britannico ha registrato un’espansione: a novembre il PMI è salito a 50,2. La spinta è arrivata dalla domanda domestica, mentre l’export ha continuato a contrarsi, sebbene al ritmo più contenuto degli ultimi dodici mesi. Per i vettori, il risultato indica prospettive più stabili per i flussi interni, mentre il traffico internazionale resta debole.

La produzione è aumentata per il secondo mese consecutivo, ma in modo irregolare: bene i beni capitali, in calo i beni di consumo e intermedi. Le imprese maggiori hanno performato meglio delle PMI, con un impatto limitato per il trasporto dei beni di consumo. I prezzi di vendita sono scesi per la prima volta in due anni, poiché i produttori hanno sacrificato i margini per assicurarsi gli ordini.

Il personale continua a diminuire e gli arretrati di lavoro si sono ridotti, segnalando ampia capacità disponibile. La supply chain rimane fragile, con ritardi dovuti alla carenza di materiali, problemi dei fornitori e congestione portuale — fattori che continuano a generare flussi irregolari e richieste di trasporto dell’ultimo minuto.

La fiducia è migliorata, pur restando frenata dalle incertezze politiche e commerciali.

Germania: ordini in calo e nuovo peggioramento del PMI

Il manifatturiero tedesco ha registrato un’ulteriore contrazione a novembre: il PMI è sceso a 48,2, il valore più basso in nove mesi. I nuovi ordini sono diminuiti al ritmo più rapido dell’anno e le vendite all’estero sono crollate in Asia, Europa e Nord America. Un contesto che normalmente si traduce in volumi più bassi lungo le catene di approvvigionamento orientate all’export.

La produzione è aumentata moderatamente, sostenuta soprattutto dagli arretrati, che tuttavia sono in calo da diversi mesi. Senza una ripresa della domanda, la produzione rischia dunque di rallentare. Le imprese hanno continuato a tagliare personale e acquisti, con un calo marcato delle scorte — dinamica che riduce i movimenti inbound e semplifica il traffico di magazzino.

I tempi di consegna si sono allungati, riflettendo carenze nei fornitori e ritardi legati ai semiconduttori. I costi di input sono scesi marginalmente, così come i prezzi di vendita, segnalando persistente pressione competitiva. Il sentiment è migliorato, ma resta molto al di sotto delle medie storiche.

Francia: produzione debole ma segnali dall’export

Il PMI manifatturiero francese è sceso a 47,8, in linea con una produzione più debole e una domanda domestica complessivamente fiacca. L’elemento più rilevante per i vettori è stato il primo aumento degli ordini di esportazione in quasi quattro anni, con una maggiore domanda proveniente da Europa, Africa e APAC.

Nonostante ciò, la crescita estera non ha compensato la debolezza interna. Imprese e acquisti sono nuovamente diminuiti, e le scorte di prodotti finiti si sono ridotte ai ritmi più rapidi dal 2020. I prezzi di vendita sono rimasti stabili, anche con un aumento dei costi dei metalli, limitando la crescita dei budget logistici.

La fiducia è migliorata, pur in un contesto operativo difficile.

Spagna: crescita moderata e domanda domestica stabile

In Spagna il manifatturiero ha continuato a espandersi, con il PMI a 51,5. Produzione e nuovi ordini sono cresciuti, seppure a un ritmo più lento. La domanda interna ha trainato l’aumento, mentre gli ordini dall’estero sono scesi per il terzo mese consecutivo.

Molte imprese hanno fatto ricorso a sconti per conquistare ordini, tagliando i prezzi di vendita nonostante i costi di input in aumento — una dinamica che solitamente si traduce in prudenza anche nei budget di trasporto.

L’occupazione è rimasta quasi invariata e l’approvvigionamento è stato sostenuto dalle scorte esistenti. I ritardi dei fornitori sono peggiorati, generando occasionali picchi di spedizioni urgenti. Il sentiment resta positivo.

Paesi Bassi: crescita stabile ma imprese caute

Il PMI olandese è rimasto stabile a 51,8. Produzione e nuovi ordini hanno registrato un nuovo aumento, sostenuti da una domanda più forte di beni capitali e intermedi; le esportazioni sono cresciute al ritmo più rapido da luglio.

Tuttavia, l’occupazione è calata per il secondo mese consecutivo e gli arretrati si sono ridotti nettamente, segno di ampia capacità disponibile. Le imprese hanno limitato gli acquisti, lavorando sulle scorte esistenti. La supply chain ha mostrato nuovi peggioramenti legati a carenza di materiali e problemi di personale, fattori che possono rendere i flussi di trasporto intermittenti.

Le pressioni sui costi sono aumentate, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita resta contenuta. La fiducia è migliorata, pur restando sotto le medie storiche.

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