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Bruxelles affronta i ritardi nei pagamenti. L’Europa seguirà l’esempio spagnolo?

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Sebbene la direttiva UE sui ritardi nei pagamenti sia in vigore da oltre un decennio, il problema resta irrisolto. Bruxelles si prepara a inasprire la normativa. Nel frattempo, la Spagna dimostra che una legislazione incisiva può migliorare la disciplina dei pagamenti nel settore trasporti.

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Nell’Unione Europea circolano ogni anno tra 18 e 40 miliardi di fatture – oltre 500 al secondo. Purtroppo, circa la metà viene saldata oltre i termini previsti, contrattuali o legali. Secondo la Commissione Europea, i ritardi – tra imprese o tra aziende e amministrazioni pubbliche – generano gravi conseguenze: compromettono la liquidità, aumentano i costi del credito, frenano investimenti e crescita, portano alla riduzione dell’occupazione e, in casi estremi, al fallimento.

La direttiva attuale, in vigore dal 2011, avrebbe dovuto ridurre l’entità del fenomeno. Tuttavia, la Commissione ha proposto nel settembre 2023 un nuovo regolamento destinato a sostituire l’attuale quadro normativo.

Nell’aprile 2024, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta in prima lettura con 459 voti favorevoli. Tuttavia, il testo è fermo al Consiglio dell’UE, dove alcuni Stati membri ne chiedono il ritiro per aggiornare invece l’attuale direttiva.

L’11 luglio, il Ministero polacco dello Sviluppo e della Tecnologia ha comunicato che la Commissione ha avviato una consultazione pubblica volta a raccogliere opinioni sulle misure più efficaci contro i ritardi e sui loro impatti pratici. I risultati contribuiranno a migliorare la comprensione dei comportamenti di pagamento e a sviluppare soluzioni legislative più efficaci.

Il settore trasporti in difficoltà

Il comparto soffre particolarmente il problema dei ritardi nei pagamenti, che minano la liquidità e la sostenibilità di molte imprese, spesso operative con margini ridotti. Per questo, la Commissione invita in particolare gli operatori del trasporto stradale a partecipare attivamente alle consultazioni.

Spagna: un esempio di efficacia normativa

La Spagna ha adottato già dal 2021 una normativa rigorosa contro i ritardi nei pagamenti nel trasporto stradale. La legge prevede sanzioni elevate, con multe che possono superare i 30.000 euro, e considera ogni superamento del termine legale come infrazione grave o gravissima.

I risultati? Secondo l’Osservatorio Permanente sui Ritardi nei Pagamenti, nel giugno 2025 il termine medio di pagamento si è ridotto a 60 giorni – un miglioramento del 30% rispetto al 2021. I dati mostrano che il 77% delle transazioni avviene ora entro i 60–90 giorni, e le imprese che superano i 120 giorni sono in calo costante.

Lista nera e sanzioni concrete

Elemento centrale della normativa spagnola è la cosiddetta “lista nera” dei debitori nel trasporto. L’elenco include aziende sanzionate per ritardi oltre i termini legali nei pagamenti per servizi di trasporto su strada.

Nella seconda metà del 2024, sono state sanzionate 300 imprese per un totale superiore a 720.000 euro. Nel primo semestre dello stesso anno, le sanzioni avevano sfiorato i 2 milioni di euro.

Tra i nomi comparsi nell’ultima lista figurano noti operatori come ID Logistics Iberia, DSV Road Spain e DHL Freight Spain. Le sanzioni variavano tra 1.001 e 20.005 euro. Le misure hanno funzione non solo punitiva, ma anche preventiva e educativa.

L’Europa resta ferma

Sebbene il Parlamento europeo abbia già approvato un testo che fissa un termine massimo di pagamento a 30 giorni e introduce un sistema sanzionatorio comune, il processo legislativo è bloccato. La presidenza danese del Consiglio UE non ha incluso il provvedimento tra le sue priorità.

Il caso spagnolo dimostra però che norme incisive portano risultati concreti. L’UE sarà in grado di seguire la stessa strada prima che altri operatori finiscano intrappolati nella spirale dei ritardi nei pagamenti?

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