I numeri di agosto 2025 confermano che il comparto manifatturiero dell’eurozona è finalmente entrato in territorio positivo. L’indice PMI è balzato da 48,9 a 50,7 punti rispetto a luglio, registrando il primo mese di crescita dalla metà del 2022. La spinta arriva principalmente dalla domanda interna piuttosto che dall’export, con riflessi significativi per gli operatori del trasporto su strada europeo. Tuttavia, le forti disparità tra Paesi e la persistente debolezza delle esportazioni disegnano uno scenario di ripresa ancora fragile e discontinua.
Una produzione che riprende quota in eurozona
Il superamento della soglia dei 50 punti nell’indice PMI, che si è attestato a 50,7, rappresenta un segnale inequivocabile di miglioramento, sostenuto dagli ordini interni per la prima volta da marzo 2022. Anche i volumi produttivi sono aumentati e il clima di fiducia tra i produttori ha raggiunto il picco degli ultimi 28 mesi. Ma dietro questa nota positiva si nascondono criticità importanti: la domanda estera continua a calare da 18 mesi, l’occupazione diminuisce stabilmente e le aziende smaltiscono principalmente gli arretrati senza ricostruire le scorte.
Per gli operatori logistici questo potrebbe tradursi in un incremento dei volumi a breve termine nelle filiere interne. Tuttavia, l’instabilità che perdura, gli investimenti limitati nelle scorte e un approccio prudente sul fronte occupazionale rischiano di frenare lo sviluppo del trasporto internazionale e dell’attività di magazzino.
Italia: ripresa timida trainata dal mercato interno
Il PMI italiano è salito da 48,7 a 50,4 punti, segnando il primo dato positivo dopo 17 mesi. La ripresa poggia sulla domanda domestica, mentre l’export resta in contrazione. Le aziende hanno incrementato produzione e acquisti, ma allo stesso tempo hanno ridotto le scorte e tagliato l’occupazione per il settimo mese consecutivo. I costi di approvvigionamento, dopo un anno di discesa, sono leggermente risaliti.
È probabile un aumento della domanda per il trasporto interno, ma il traffico oltre confine rimane in sofferenza. La continua riduzione delle scorte potrebbe inoltre limitare anche il fabbisogno di servizi logistici.
Germania: si stabilizza, ma senza slancio
L’indice PMI dell’industria tedesca è cresciuto da 48,5 a 49,8 punti ad agosto, toccando il livello più alto in 20 mesi e segnando la sesta crescita consecutiva. Pur restando sotto la soglia dei 50 punti, il dato suggerisce un importante rallentamento del trend negativo nella principale economia manifatturiera europea.
Dal punto di vista logistico, è significativo che la produzione sia ripartita per il secondo mese consecutivo e che i nuovi ordini siano aumentati per la prima volta da maggio 2022. Anche gli acquisti delle imprese sono cresciuti e i tempi di consegna si sono allungati, di solito segnale di domanda in crescita. Tuttavia, l’export rimane debole e l’occupazione scende ormai da cinque mesi. La maggior parte delle imprese punta sul riassorbimento degli arretrati e sulla riduzione delle scorte, mentre i costi di approvvigionamento aumentano, soprattutto per i rincari di carburante, energia e metalli.
Per il comparto trasporti-logistica-spedizioni questo si traduce in un incremento del traffico interno, ma con dinamiche ancora limitate sulle rotte internazionali. La scarsa rotazione delle scorte potrebbe nel breve termine contenere la domanda di servizi di stoccaggio.
Francia: crescita dopo 31 mesi
L’industria francese segna finalmente un risultato positivo: il PMI è salito da 49,4 a 50,4 punti. Produzione e nuovi ordini sono in lieve aumento, le aziende hanno rilanciato gli acquisti e mostrano maggiore ottimismo. Nonostante questo, l’occupazione resta in calo e la domanda estera appare debole. Le scorte di prodotti finiti continuano a contrarsi, segnalando lo smaltimento degli arretrati senza rinnovo delle giacenze.
Il trasporto su strada interno potrebbe beneficiare di maggiore attività, ma il basso ricambio delle scorte e la fragilità dell’export mantengono il settore logistico in condizioni ancora moderate.
Spagna: al comando della ripresa europea
Con 54,3 punti ad agosto, in crescita da 51,6, la Spagna vanta l’espansione manifatturiera più solida d’Europa. Produzione, ordini e occupazione sono in crescita, migliora anche il clima aziendale. I costi di approvvigionamento aumentano, soprattutto per energia e materie prime, ma le aziende riescono a trasferire questi aumenti sui clienti attraverso prezzi più alti.
Il settore logistico ne trarrà benefici concreti, con una domanda in aumento per trasporti e servizi di magazzino, anche se la pressione sui margini degli operatori rimane significativa.
Polonia: recessione in accelerazione
In Polonia il PMI è sceso da 48,7 a 48,5 punti, segnando il secondo mese consecutivo di peggioramento. Produzione, ordini e occupazione sono in calo, mentre le imprese denunciano una domanda estera molto debole. Le scorte di materie prime e prodotti finiti si riducono, e i costi di approvvigionamento, dopo un periodo di contrazione, aumentano leggermente.
Il trasporto nazionale e internazionale resta sotto pressione e l’attività nei magazzini potrebbe continuare a diminuire. Per gli operatori del settore è un momento complesso che richiede ottimizzazione dei costi e grande flessibilità operativa.
Regno Unito: pressione crescente sugli operatori
L’industria britannica sprofonda ulteriormente: il PMI di agosto è crollato da 45,3 a 43 punti, il minimo da maggio 2020. La produzione cala rapidamente, sia per la domanda interna che per quella estera. I nuovi ordini diminuiscono da sei mesi consecutivi. L’occupazione scende velocemente, gli ordini arretrati vengono smaltiti a ritmo sostenuto, mentre acquisti e scorte vengono ridimensionati al ribasso. I tempi di consegna si accorciano, non per maggiore efficienza, ma per il calo dei carichi di lavoro.
Per gli operatori logistici questo significa volumi di trasporto in declino e scarsa rotazione nei magazzini. Il miglioramento della puntualità può ridurre i costi, ma evidenzia capacità inutilizzate nelle filiere.